IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È CHIAMATO A UNA PROFONDA TRASFORMAZIONE PER RISPONDERE ALLE ASPETTATIVE EUROPEE SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA. QUALI SARANNO A SUO AVVISO LE MAGGIORI SFIDE?
La direttiva “Case green” impone una sfida importante che deve rappresentare per il Paese un’occasione da cogliere sia sotto il profilo dell’innovazione che della sostenibilità.
La vera sfida è il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Intervenire sul patrimonio immobiliare più energivoro italiano significa mettere in moto tutta la filiera delle costruzioni.
L’obiettivo è comune, ambizioso e necessario. Non esiste una ricetta unica: servono un ventaglio di strumenti e soluzioni che ci consentano di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Il nostro Paese ha molta strada davanti. E’ un percorso complesso che richiede soluzioni e strumenti innovativi, concretezza e fattibilità, conoscenza e competenza.
Il nostro lavoro parte da qui dalla necessità di aprire una riflessione sulle possibili linee di intervento per l’attuazione in Italia della nuova direttiva, per misurare dimensione e consistenza degli investimenti di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio con un’analisi dettagliata delle politiche e strategie da mettere in atto.
È essenziale stabilire regole chiare, concrete e strutturali che garantiscano un intervento efficace e sostenibile a medio e lungo termine: ciò permetterà di creare un mercato equilibrato caratterizzato da alta qualificazione e sicurezza per imprese, lavoratori e cittadini
Siamo pronti a mettere a disposizione tutte le nostre analisi e proposte. Europa e Stato dovranno però fare la propria parte per sostenere la spesa delle famiglie e soprattutto di chi non ha i mezzi per farvi fronte. Allo stesso tempo banche ed operatori dovranno immaginare strumenti finanziari innovativi.
I vantaggi saranno enormi per tutti in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
A PARTIRE DAL 2030 LE NUOVE COSTRUZIONI DOVRANNO ESSERE A IMPATTO ZERO: UTOPIA O NUOVO STANDARD?
Dal 2030 potremo avere un nuovo standard impatto zero per le nuove costruzioni solo se affronteremo senza visioni utopiche la questione degli incentivi fiscali e dei bonus.
È impossibile, infatti, che nella condizione in cui versa l’Italia, in termini di patrimonio e proprietà parcellizzata, si possano raggiungere gli obiettivi di impatto zero nelle nuove costruzioni con interventi obbligatori dei privati, ma senza aiuti.
Ci vuole una politica di incentivi fiscali seria, strutturale e sostenibile; servono quindi anche politiche di investimento comunitarie in grado di garantire le risorse per gli investimenti richiesti, sotto forma di trasferimenti e prestiti per le famiglie sottoposte agli obblighi di riqualificazione.
La soluzione è di pensare di riqualificare il nostro patrimonio con regole certe e sostenibili. Occorre una strategia di lungo periodo, condivisa.
I TARGET DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEGLI EDIFICI RESIDENZIALI SONO PIUTTOSTO STRINGENTI. LI RITIENE REALIZZABILI?
Ricordo che due anni prima , nel 2028, lo standard dovrà essere applicato per le nuove costruzioni del pubblico e sarà importante questo passaggio per capire se e quali limiti ci saranno in termini di tecnologie e costi .
Personalmente credo che il problema non sarà tecnologico ma di sostenibilità economica in fase realizzativa e gestionale nel tempo.
Per l’Italia è fondamentale che il piano di messa a terra della direttiva case green sia fatto nei prossimi due anni e che sia occasione per un confronto scevro da visioni demagogiche.
Costruire è questione complessa che tocca una filiera veramente lunga : dalla progettazione ai materiali, dalla cantierizzazione alla gestione bisogna imparare a ragionare in termini di ciclo di vita dell’edificio in ottica di economia circolare.
E da questo punto di vista credo che ci sia ancora molto da fare.
Ci può parlare del vostro progetto Cantiere a impatto sostenibile? Quali impegni richiede da parte dei partecipanti?
L’Associazione ha creduto e lavorato alla costruzione del codice di condotta "Cantiere Impatto Sostenibile" che rappresenta il punto di partenza di un percorso ambizioso e necessario verso la sostenibilità a 360 gradi. L’obiettivo del codice di condotta è trasformare i cantieri in luoghi di eccellenza ambientale, sociale ed economica secondo i criteri ESG e in linea con gli obiettivi di Agenda 2030.
Il codice di condotta è declinato in 8 impegni che toccano tutte le aree tipiche dello sviluppo del cantiere:
1. L’IMPEGNO ALLA SOSTENIBILITÀ è quello che la Governance dell’impresa assume e che la impegna nelle scelte strategiche oltre la sfera economica verso quella ambientale e sociale.
2. L’IMPEGNO ALLA DECARBONIZZAZIONE è legato alla scelta di abbattere la CO2 prodotta attraverso acquisti di energia verde o compensazioni.
3. L’IMPEGNO ALLA TUTELA DELL’AMBIENTE ED ECONOMIA CIRCOLARE è quello che innesca un processo di economia circolare partendo dal consumare meno, dal ridurre la produzione di scarti e dal fare scelte che favoriscono il recupero.
4. L’IMPEGNO ALLA LEGALITÀ deve essere concreto e misurabile, in linea con quanto già molte imprese fanno con i rating di legalità e la 231.
5. L’IMPEGNO ALLA DIGNITÀ DEL LAVORO E TRASPARENZA SUI CONTRATTI è uno dei punti più importanti ed è incentrato sul valore della regolarità legata al contratto collettivo di lavoro per i propri dipendenti e per i sub-appaltatori.
6. L’IMPEGNO ALLA RESPONSABILITÀ E ALLA SICUREZZA SUL LAVORO è appunto sicurezza sul lavoro e controllo su tutta la filiera che opera nel cantiere, affinché il cantiere rappresenti un investimento economico e sociale destinato a lasciare un segno tangibile nel tempo.
7. RELAZIONE CON LA COMUNITÀ E GLI STAKEHOLDER DEL TERRITORIO (IMPEGNO SOCIALE) è legato al rapporto tra la conduzione del cantiere e i cittadini, per mitigarne gli impatti in fase esecutiva, ma è anche volto a promuovere l’accoglienza dei giovani.
8. L’IMPEGNO VERSO LA CATENA DI FORNITURA SOSTENIBILE riguarda il ruolo che può avere il committente o l’affidatario nello spingere scelte sostenibili in tutta la filiera.
Ogni impegno ha tre livelli di impegno crescente da superare con azioni misurabili, comunicabili e controllabili: una scelta di miglioramento continuo, nella logica PDCA (Plan Do Check Act), per una reale transizione alla sostenibilità.
Questo codice di condotta volontario rappresenta un’opportunità per le imprese di costruzione di distinguersi per il loro impegno verso la sostenibilità, migliorando al contempo la loro reputazione e la loro competitività sul mercato.
Per supportare le imprese nell’integrazione dei criteri ESG abbiamo realizzato la piattaforma web https://www.cantiereimpattosostenibile.it/
Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di un partenariato di imprese e Università, grazie a un bando di Regione Lombardia, e ha l’obiettivo di radicare nella filiera delle costruzioni una cultura fortemente diretta alla sostenibilità e alla responsabilità, orientando scelte, azioni e comportamenti verso un modello di filiera sostenibile anche grazie a processi di scambio di informazioni, know-how e strumenti di misurazione delle performance di sostenibilità.
La piattaforma si compone, infatti, di una parte pubblica e di una privata:
- nella parte pubblica sono disponibili tutti i materiali utili alle imprese che intendono adottare il codice di condotta, vengono illustrati gli 8 impegni e la loro correlazione con i criteri ESG e con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Vi è, inoltre una selezione dedicata alle notizie per avere sempre utili aggiornamenti sul tema della sostenibilità, con specifico riferimento al settore delle costruzioni.
- nella parte privata le imprese che aderiscono a CIS possono trovare utili strumenti per la gestione sostenibile dei cantieri ed essere accompagnate nella crescita progressiva del livello di adesione agli 8 impegni del Codice di Condotta.
Grazie alla piattaforma, infatti, le imprese hanno a loro a disposizione un tool che consente di calcolare la carbon footprint di cantiere, con una metodologia validata dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e una dashboard dedicata agli indicatori per la misurazione delle performance di sostenibilità dell'azienda, utilizzabile anche ai fini dell'elaborazione di un bilancio di sostenibilità o alla partecipazione a un rating ESG.
È stato inoltre creato uno spazio di forum per fare in modo che i soggetti che operano nell’ecosistema possano interagire in modo efficace, un’area dedicata alla formazione per offrire un supporto specialistico sempre aggiornato e una sezione in cui i sottoscrittori del codice possono gestire in modo semplice ed immediato la fase di richiesta del logo per ciascun cantiere.
QUANTE AZIENDE HANNO ADERITO?
E’ una domanda non corretta perché Cantiere Impatto sostenibile è un codice di condotta del CANTIERE, che impegna pertanto la filiera che interviene sull’esecuzione dell’opera. Come ben sappiamo in ogni cantiere operano molte imprese, di costruzione e manifatturiere – la nostra catena di fornitura – operano professionisti e specialisti in varie materie.
Per questo possiamo dirvi che i 50 cantieri CIS, avviati in un anno e mezzo , sulle nostre Province di competenza (Milano, Lodi, Monza e Brianza) hanno coinvolto circa un migliaio di sub appaltatori e imprese specialistiche, a cui dobbiamo aggiungere tutte le imprese e i professionisti che hanno fornito beni e servizi al cantiere che è difficile quantificare ma sono centinaia.
Inoltre, hanno aderito al codice anche altre Associazioni del sistema ANCE e stiamo lavorando con Bari, Treviso, Cremona.
Abbiamo firmato importanti accordi con Banca Intesa Sanpaolo, Serravalle, Cap Holding, Comune di Monza e stiamo lavorando in UNI per far diventare CIS una prassi di riferimento.
La parte pubblica della piattaforma CIS (https://www.cantiereimpattosostenibile.it/) è uno strumento pensato anche per dare un’ampia diffusione al codice di condotta, per questo contiamo quindi possa avere sempre di più un’ampia visibilità e possa spingere sempre più imprese ad aderire.
QUALI SONO I KPI PIÙ IMPORTANTI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE PER UN COSTRUTTORE?
Come imprenditore credo che la sostenibilità sia un grande valore nel fare impresa e questa consapevolezza sta evolvendo perché dopo il covid, le guerre in atto e l’incertezza del mercato sappiamo tutti che siamo più forti e resilienti se riusciamo a costruire una visione del futuro comune.
Integrando pratiche sostenibili, possiamo non solo ridurre il nostro impatto ambientale, ma anche migliorare la qualità della vita nelle comunità in cui operiamo, promuovendo un modello di sviluppo più equo e responsabile.
L’impresa che assegna un valore anche economico alla capacità di inclusione (di genere, di età, di stato sociale) è più resiliente e veloce nell’adattamento ai cambiamenti, quindi è più competitiva.
Ma cambiare è faticoso, richiede di uscire dalla propria zona comfort e una certa capacità di guardare avanti, per cui ritengo che avere coraggio e avere visione siano altri due KPI molto importanti per un costruttore.
Da ultimo la capacità di innovazione e di transizione digitale, dalla progettazione, al modello di fare impresa, all’uso di tecnologie digitali e IoT, in questo la progettazione in BIM e l’impiego dell’intelligenza artificiale rivestono potenzialità enormi.
PER IL SETTORE DELL’EDILIZIA È MOLTO IMPORTANTE ANCHE LA DIMENSIONE SOCIALE. QUAL È LA RESPONSABILITÀ DEI COSTRUTTORI NEL CREARE UNA CITTÀ PIÙ VIVIBILE?
Il settore dell’edilizia ha una responsabilità fondamentale nel creare una città più vivibile, integrando la dimensione sociale in ogni progetto. Questa responsabilità si riflette profondamente nel settore delle costruzioni per vari motivi.
Come Associazione da molti anni stiamo lavorando sulla connessione tra creazione di valore sociale e mondo dell’edilizia: lo abbiamo fatto già a fine 800 quando come Associazione dei capomastri abbiamo fondato l’Istituto Carlo Bazzi , ancora oggi il nostro “ liceo” delle costruzioni. Poi abbiamo fondato nel 1919 la Cassa Edile , il primo Ente mutualistico per i lavoratori. Tra le due guerre, abbiamo costruito un ospedale per assistere gli operai immigrati a Milano. Dopo il 1945 abbiamo realizzato case e scuole per accogliere le famiglie dei lavoratori e formarli al lavoro. Una cultura dell’inclusione che ci vantiamo di aver costruito come modello Milano insieme alle Organizzazioni Sindacali del settore delle costruzioni e che ha fatto da apripista alla bilateralità italiana. Oggi, le regole relative al PNRR circostanziano il valore sociale richiesto al settore, includendo vari aspetti: l’inclusione dei giovani, la valorizzazione dell’imprenditorialità femminile, la realizzazione del principio di parità, e il progresso verso la transizione ecologica e digitale. Questi obiettivi si concretizzano nella costruzione di infrastrutture essenziali come scuole, ospedali di comunità, residenze per studenti e comunità per adulti.
Naturalmente è auspicabile che tale ruolo e funzione del settore, anche dal punto di vista sociale, venga prima riconosciuto e poi valorizzato, anche in ottica di una sua incentivazione. Ciò potrebbe avvenire, ad esempio, attraverso un sistema di misurazioni condivise del valore aggiunto sociale ed economico connesso al processo di costruzione e la previsione di incentivi adeguati per chi contribuisce alla realizzazione di valore pubblico aggiunto.
Le misurazioni condivise sono essenziali per quantificare l'impatto delle iniziative sociali ed economiche. Pensiamo al ruolo fondamentale svolto dal nostro settore a livello occupazionale. Pensiamo all’importanza della dignità di dare lavoro spesso a lavoratori migranti, che in cantiere non apprendono solo un mestiere ma anche la nostra lingua e la nostra cultura. Il cantiere può dunque essere inteso in questo senso anche quale luogo di aggregazione. Dall’altro lato, pensiamo al ruolo che le costruzioni rivestono per la riqualificazione delle aree cittadine, in ottica di inclusione, contrasto al degrado, aggregazione. Questi esempi rappresentano solo alcune delle ricadute positive che il settore delle costruzioni può offrire alla società.
Attualmente, il valore di queste iniziative rimane nascosto, non quantificato ufficialmente. È necessario stabilire degli standard quantitativi che permettano di confrontare i risultati effettivamente raggiunti con quelli previsti, per far emergere il valore sociale, economico e ambientale di ogni intervento edilizio o infrastrutturale. Per questo abbiamo deciso di valorizzare l’impatto sociale del cantiere fra gli obiettivi del nostro manifesto Cantiere impatto sostenibile.
I costruttori devono valorizzare il valore sociale nei loro progetti, sostenendo la misurazione e la valorizzazione del loro impatto positivo per creare una città più vivibile. Questo approccio non solo migliorerà la qualità della vita urbana, ma fornirà anche una base solida per la crescita sostenibile del settore delle costruzioni, rendendo visibile e riconosciuto il valore sociale generato.
PROBLEMA DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI. CI PUÒ FORNIRE DEI DATI SULLA SITUAZIONE?
Più che fornire o parlare di numeri, considerato che in linea generale anche INAIL conferma che da anni il trend è comunque in diminuzione, focalizzerei l’attenzione su un paio di concetti a mio avviso fondamentali per il tema e per l’obiettivo.
Infatti, davvero dobbiamo lavorare e impegnarci tutti se vogliamo provare a raggiungere risulta importanti per il miglioramento della sicurezza nei cantieri e la riduzione degli incidenti sul lavoro, che restano “uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze” come ha ricordato recentemente il Presidente Mattarella.
Il rischio zero non esiste ma ci dobbiamo provare!
Cominciamo a rendere obbligatoria la formazione, così come presente nel contratto dell’edilizia, per qualsiasi operatore che entra in cantiere.
Dall’incrocio dei dati dell’Inail e delle nostre casse edili emerge che il 70% delle giornate infortunio in cantiere riguarda lavoratori senza contratto edile e quindi senza obbligo di formazione adeguata.
Riconosciamo al Ministro Calderone il merito di aver avviato un proficuo confronto con tutte le parti sociali e una seria riflessione sul tema della sicurezza, rafforzando anche il sistema dei controlli. Ma noi vogliamo ancora di più. La patente a crediti interviene infatti dopo e in senso sanzionatorio, mentre noi chiediamo la qualificazione delle imprese edili anche per i lavori privati, come già avviene per i lavori pubblici.
Il modello che abbiamo in mente è quello di un’impresa qualificata, con una reputazione e un futuro da preservare.
Un’impresa che sa garantire il risultato del proprio lavoro, riferimento per un’occupazione stabile e sicura e sinonimo di correttezza ed onestà.
E PER QUANTO RIGUARDA IL CONTROLLO DELLE FILIERE A CHE PUNTO SIAMO?
Per quanto riguarda il controllo delle filiere, ci troviamo in una fase cruciale di transizione e adeguamento. Penso alla Direttiva CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence), che avrà un impatto significativo anche sul settore edile, soprattutto per quanto riguarda le aziende coinvolte nelle filiere ad alto rischio. Sebbene il nostro settore, quantomeno all’inizio, potrebbe non essere direttamente soggetto agli obblighi di due diligence, ne subirà comunque gli effetti indiretti.
In questo contesto, "giocare d'anticipo" rappresenta un'opportunità strategica. Anticipare l'adeguamento ai requisiti di sostenibilità e due diligence può offrire un vantaggio competitivo significativo, non solo in termini operativi, ma anche reputazionali.
Un esempio tangibile di come stiamo affrontando questa sfida è il progetto "Cantiere Impatto Sostenibile".
Questo progetto riflette l'impegno delle nostre imprese nell'adottare modelli organizzativi sostenibili, rispondendo così alle esigenze della transizione tecnologica, economica, ambientale e sociale a livello nazionale e internazionale. Il settore edile è in prima linea in questo cambiamento, sfruttando le proprie competenze per rispondere alle nuove istanze di mercato.
Per riuscire in questo, la qualificazione delle imprese è fondamentale. Le nuove competenze gestionali e tecnologiche sono essenziali per integrare i processi e comprendere temi innovativi come la sostenibilità. In linea con questi obiettivi, Assimpredil Ance ha adottato un Codice di Condotta volontario, denominato "Cantiere Impatto Sostenibile", che enfatizza la green compliance dell'impresa. Questo codice non è solo una certificazione formale, ma una chiamata diretta alla responsabilità aziendale per la sostenibilità, promuovendo azioni concrete e misurabili che riducono l'impatto ambientale.
Nel nostro settore, caratterizzato da partnership durevoli e specializzate, è essenziale una sorta di "compliance allargata". Le iniziative di Assimpredil mirano a coinvolgere non solo le imprese principali, ma anche subappaltatori e fornitori, creando un circolo virtuoso che avrà effetti positivi sia a livello di prevenzione di fenomeni corruttivi e illeciti, sia a livello reputazionale ed economico-finanziario.
In sintesi, il controllo delle filiere è in fase di evoluzione, con un forte impegno verso la sostenibilità e la legalità. Le nostre azioni proattive e i progetti come la piattaforma CIS (https://www.cantiereimpattosostenibile.it/) sono strumenti chiave per guidare le nostre imprese attraverso questa transizione, garantendo un futuro più sostenibile e competitivo per il settore edile. Il portale è, infatti, un utile strumento per consolidare la capacità di misurazione delle performance di sostenibilità (ESG) anche grazie a strumenti condivisi, per aumentare il livello di digitalizzazione delle relazioni tra gli attori della filiera e per rinforzare, in modo sostanziale, lo scambio di competenze tra gli utilizzatori.
INFINE, SULL’ECONOMIA CIRCOLARE E SULL’USO DEI MATERIALI. QUAL È IL GRADO DI AVANZAMENTO?
Nel settore delle costruzioni, l’economia circolare è un settore assolutamente cruciale.
Fare economia circolare significa ridurre al minimo i rifiuti e massimizzare il riutilizzo dei materiali. Le demolizioni, ad esempio, devono essere condotte in modo da permettere il recupero e il riciclo dei materiali da costruzione. Questo approccio non solo riduce l'impatto ambientale, ma crea anche nuove opportunità economiche e posti di lavoro.
L'Agenda 2030 delle Nazioni Unite sottolinea l'importanza di città e comunità sostenibili, obiettivo che si riflette direttamente nel Goal numero 11: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.
A livello europeo, il settore delle costruzioni è responsabile di più del 50% delle materie prime estratte e di circa il 35% dei rifiuti e per questo è considerato un settore “ad alta intensità di risorse”.
Risulta dunque cruciale ripensare, dalla progettazione alla realizzazione, la gestione del cantiere che rappresenta la fase di maggior impatto ambientale nell’ambito del processo produttivo di opere edili o civili. Nel cantiere edile, infatti, vi sono attività di movimentazione, stoccaggio, deposito, raccolta e trasporto di materiali che generano enormi quantità di rifiuti di costruzione e demolizione, che impattano in particolar modo su suolo, aria ed acqua.
Anche su questo tema, Cantiere Impatto Sostenibile rappresenta uno strumento per sviluppare e condividere nuovi modelli di business, processi di digitalizzazione e buone pratiche di economia circolare per rendere concreti e misurabili i benefici, economici, oltre che ambientali e sociali, derivanti dal recupero delle risorse e dalla riduzione dei rifiuti.
AVETE OSSERVAZIONI O PROPOSTE SULLA DIRETTIVA EPBD? LE PUÒ SINTETIZZARE?
La nuova politica per l’efficientamento degli edifici avrà sicuramente un impatto significativo per una crescita del settore delle costruzioni e dell’impiantistica, nonché più in generale sulle imprese di servizi energetici.
L’attuazione nazionale della direttiva deve passare attraverso l’adozione di misure necessarie per conseguire gli obiettivi fissati, valutandone al contempo l’impatto energetico ed economico ed in modo da garantire una transizione energetica equilibrata in grado di ottimizzare il rapporto tra costi e benefici per la collettività e per lo Stato.
Serve mettere a punto un sistema di finanziamento e di incentivi che però va pensato in modo strutturato in ciascuno Stato.
La Direttiva EPBD affronta il tema degli schemi economici e finanziari a sostegno della riqualificazione energetica. Tra questi, vengono individuati non solo prestiti per l’efficientamento energetico ed ipoteche per la ristrutturazione degli edifici, contratti di rendimento energetico, ma anche aliquote fiscali ridotte sui lavori di ristrutturazione e sui materiali e sui sistemi di “detrazione in fattura” come modalità alternativa ai sistemi di pagamento.
In questo contesto:
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L’Europa deve monitorare i tempi ed il raggiungimento dei target intermedi tenendo però conto delle peculiarità dei singoli Paesi. Per l’Italia considerato il nostro patrimonio immobiliare vetusto occorreranno maggiori risorse e un orizzonte temporale più lungo per il raggiungimento degli obiettivi;
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Oltre alle politiche fiscali di incentivazione che ciascun Paese potrà prevedere e che dovranno avere un orizzonte temporale almeno decennale, è necessario un sostegno economico anche a livello europeo;
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Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare pubblico, per il raggiungimento dell’efficientamento, oltre ai fondi già stanziati e preventivati, si richiede la definizione di strategie e strumenti di partenariato pubblico privato.