Ultime news di sostenibilità

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Una selezione di news per essere sempre aggiornati sulla sostenibilità, in particolare per il settore delle costruzioni.

12/11/2024
Eventi
Sostenibilità
Azione di Sistema
ANCE e CIS al Monza Fast Future Festival

In occasione di Monza Fast Future, il Festival della Sostenibilità organizzato dal Comune di Monza, che si terrà presso la Villa Reale di Monza nei giorni del 13 e 14 novembre, Assimpredil Ance organizza un convegno dal titolo “Sostenibilità. L’Impatto delle nuove normative UE sul settore costruzioni”.


Le recenti Direttive Europee in tema di sostenibilità stanno ridisegnando il contesto in cui le imprese si troveranno ad operare, in particolare, il settore delle costruzioni è chiamato a una profonda trasformazione per rispondere alle aspettative europee.

L’evento sarà inoltre l’occasione per fare il punto sul codice di condotta CIS - Cantiere Impatto Sostenibile promosso da Assimpredil Ance, la presentazione della relativa piattaforma, su come il settore si stia preparando e su quali passi devono essere ancora fatti verso la transizione ecologica.

Saluti di apertura

Daniela Stucchi
Coordinatore di zona Provincia di Monza e Brianza Assimpredil Ance

Paolo Pilotto
Sindaco Comune di Monza

Interventi

La centralità della sostenibilità nella strategia e nella regolamentazione europea
Cristiana Rogate
Presidente Refe - Strategie di sviluppo sostenibile

Finanza sostenibile e fattori ESG
Pierluigi Monceri
Direttore Regionale Milano Monza e Brianza Intesa Sanpaolo

Codice e Piattaforma CIS: un impegno per la competitività del settore
Giovanni Deleo
Vicepresidente Tecnologia e Innovazione Assimpredil Ance

Il valore di aderire a CIS per una stazione appaltante
Michele Falcone
Direttore Generale CAP Holding S.p.a.

Il valore di aderire a CIS per un’impresa
Filippo Ronzoni
Responsabile ufficio sicurezza e gare d’appalto Impresa Ronzoni

La comunicazione efficace della sostenibilità
Lorenzo Brufani
Founder e CEO Competence

Conclusioni

Regina De Albertis
Presidente Assimpredil Ance

07/11/2024
La parola all'esperta - Intervista a Sara Valaguzza

Dal suo punto di vista, come studiosa del settore e avvocato che opera nel construction, quali sono gli aspetti più interessanti di cui gli strumenti giuridici dovrebbero farsi carico nel breve periodo?
Mi pare sia ormai evidente che il settore delle costruzioni rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia e della società, essendo responsabile non solo dello sviluppo infrastrutturale ed edilizio del Paese, ma contribuendo, più in generale, alla creazione di valore pubblico per la comunità.
L’analisi socio-ambientale, richiesta per ogni intervento costruttivo di rilievo significativo, ricontestualizza la disciplina del costruire in un territorio ben più ampio di quello tradizionalmente affidato alle norme tecniche e la trasporta in una dimensione etica, simbiotica con le strategie di sviluppo della vita in comune e dei suoi orizzonti a venire.
Il passaggio di qualità appena descritto sta avvenendo grazie alla raccolta e messa a disposizione di una sempre più massiccia quantità di dati e non potrà compiutamente realizzarsi senza la piena digitalizzazione del progetto e senza un’analisi interdisciplinare dei bisogni ai quali si intende rispondere.
Per affrontare al meglio questa sfida qualitativa, occorre tenere conto del fatto che la quasi totalità degli operatori delle costruzioni è, ad oggi, rappresentata dalle Piccole e Medie Imprese. Per favorire pratiche capaci di evitare la formazione di posizioni dominanti delle poche imprese di grosse dimensioni presenti sul mercato e per evitare che i committenti, pubblici e privati, mettano a rischio la sopravvivenza dei propri contraenti imponendo loro rischi eccessivi durante la fase di esecuzione dei lavori, occorre un lavoro innovativo sulle tecniche di selezione degli operatori e sui contratti.
In questo percorso, il ruolo delle Associazioni di imprese è determinante, e lo sarebbe ancora di più se potesse essere “normativo”, cioè se fosse legittimata e proceduralizzata una pratica che riconosce alle Associazioni la possibilità di stabilire “minimi di garanzia” da recepire nelle clausole dei contratti di appalti di lavori, pubblici e privati.

Del resto, iniziative come il Cantiere Impatto Sostenibile, promosse da Assimpredil Ance Milano sono già la comprova di come le Associazioni possano trainare il settore, senza strappi, verso un approccio maggiormente sensibile al contesto in cui gli interventi edilizi si insediano.
All’Università Statale di Milano abbiamo appena costituito un laboratorio per il diritto delle costruzioni, che funzionerà come incubatore di nuove idee, e interlocutore di istituzioni e imprese, per mettere a fattor comune bisogni e prospettive del mercato e della domanda, pubblica e privata.

In che senso i contratti potrebbero promuovere efficacemente le PMI?
A mio parere, uno strumento particolarmente efficace sarebbe la diffusione di accordi collaborativi, ampiamente utilizzati nei sistemi stranieri e con esperienze di successo già anche in Italia.
Si tratta di accordi che accompagnano il contratto di appalto principale creando una rete sinergica che coinvolge, in un’unica piattaforma legale, anche i subappaltatori e i fornitori, per renderli parte attiva nei rapporti con il committente, favorendo sinergie e distribuendo i vantaggi, anche economici, ottenuti grazie ad un approccio proattivo dell’interno gruppo di operatori coinvolti nel successo di un progetto, che valorizza le iniziative comuni a favore di obiettivi condivisi.
La collaborazione, che, in chiave giuridica, non deve limitarsi all’agire nel rispetto della buona fede, si presenta come l’elemento chiave, non solo per affrontare le sfide attuali, ma anche per prepararsi a quelle future; ciò è quanto emerge dalle testimonianze di esperti e professionisti del settore, che sottolineano la necessità di agire in maniera condivisa e sinergica, sia nell’interesse del risultato finale da consegnare al cliente sia allo scopo di proteggere la remuneratività dell’attività di impresa, in rapporti contrattuali equilibrati e non capestro.

25/07/2024
Territori - Intervista a Regina De Albertis, Presidente di Assimpredil ANCE
IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È CHIAMATO A UNA PROFONDA TRASFORMAZIONE PER RISPONDERE ALLE ASPETTATIVE EUROPEE SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA. QUALI SARANNO A SUO AVVISO LE MAGGIORI SFIDE?

La direttiva “Case green” impone una sfida importante che deve rappresentare per il Paese un’occasione da cogliere sia sotto il profilo dell’innovazione che della sostenibilità. 

La vera sfida è il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Intervenire sul patrimonio immobiliare più energivoro italiano significa mettere in moto tutta la filiera delle costruzioni. 

L’obiettivo è comune, ambizioso e necessario. Non esiste una ricetta unica: servono un ventaglio di strumenti e soluzioni che ci consentano di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Il nostro Paese ha molta strada davanti. E’ un percorso complesso che richiede soluzioni e strumenti innovativi, concretezza e fattibilità, conoscenza e competenza.

Il nostro lavoro parte da qui dalla necessità di aprire una riflessione sulle possibili linee di intervento per l’attuazione in Italia della nuova direttiva, per misurare dimensione e consistenza degli investimenti di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio con un’analisi dettagliata delle politiche e strategie da mettere in atto.

È essenziale stabilire regole chiare, concrete e strutturali che garantiscano un intervento efficace e sostenibile a medio e lungo termine: ciò permetterà di creare un mercato equilibrato caratterizzato da alta qualificazione e sicurezza per imprese, lavoratori e cittadini 

Siamo pronti a mettere a disposizione tutte le nostre analisi e proposte. Europa e Stato dovranno però fare la propria parte per sostenere la spesa delle famiglie e soprattutto di chi non ha i mezzi per farvi fronte. Allo stesso tempo banche ed operatori dovranno immaginare strumenti finanziari innovativi. 

I vantaggi saranno enormi per tutti in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.



A PARTIRE DAL 2030 LE NUOVE COSTRUZIONI DOVRANNO ESSERE A IMPATTO ZERO: UTOPIA O NUOVO STANDARD? 

Dal 2030 potremo avere un nuovo standard impatto zero per le nuove costruzioni solo se affronteremo senza visioni utopiche la questione degli incentivi fiscali e dei bonus. 

È impossibile, infatti,  che nella condizione in cui versa l’Italia, in termini di patrimonio e proprietà parcellizzata, si possano raggiungere gli obiettivi di impatto zero nelle nuove costruzioni con interventi obbligatori dei privati, ma senza aiuti. 

Ci vuole una politica di incentivi fiscali seria, strutturale e sostenibile; servono quindi anche politiche di investimento comunitarie in grado di garantire le risorse per gli investimenti richiesti, sotto forma di trasferimenti e prestiti per le famiglie sottoposte agli obblighi di riqualificazione.

La soluzione è di pensare di riqualificare il nostro patrimonio con regole certe e sostenibili. Occorre una strategia di lungo periodo, condivisa.



I TARGET DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEGLI EDIFICI RESIDENZIALI SONO PIUTTOSTO STRINGENTI. LI RITIENE REALIZZABILI? 

Ricordo  che due anni prima , nel 2028, lo standard dovrà essere applicato per le nuove costruzioni del pubblico e  sarà importante questo passaggio per capire se e quali limiti ci saranno in termini di tecnologie e costi .

Personalmente credo che il problema non sarà tecnologico ma di sostenibilità economica in fase realizzativa e gestionale nel tempo.

Per l’Italia è fondamentale che il piano di messa a terra della direttiva case green sia fatto nei prossimi due anni e che sia occasione per un confronto scevro da  visioni demagogiche.

Costruire è questione complessa che tocca una filiera veramente lunga : dalla progettazione  ai materiali, dalla cantierizzazione alla gestione  bisogna imparare a ragionare in termini di ciclo di vita dell’edificio in ottica di economia circolare.

E da questo punto di vista credo che ci sia ancora molto da fare.

Ci può parlare del vostro progetto Cantiere a impatto sostenibile? Quali impegni richiede da parte dei partecipanti?

L’Associazione ha creduto e lavorato alla costruzione del codice di condotta "Cantiere Impatto Sostenibile" che rappresenta il punto di partenza di un percorso ambizioso e necessario verso la sostenibilità a 360 gradi. L’obiettivo del codice di condotta è trasformare i cantieri in luoghi di eccellenza ambientale, sociale ed economica secondo i criteri ESG e in linea con gli obiettivi di Agenda 2030.

Il codice di condotta è declinato in 8 impegni che toccano tutte le aree tipiche dello sviluppo del cantiere:

1. L’IMPEGNO ALLA SOSTENIBILITÀ è quello che la Governance dell’impresa assume e che la impegna nelle scelte strategiche oltre la sfera economica verso quella ambientale e sociale.  

2. L’IMPEGNO ALLA DECARBONIZZAZIONE è legato alla scelta di abbattere la CO2 prodotta attraverso acquisti di energia verde o compensazioni. 

3. L’IMPEGNO ALLA TUTELA DELL’AMBIENTE ED ECONOMIA CIRCOLARE è quello che innesca un processo di economia circolare partendo dal consumare meno, dal ridurre la produzione di scarti e dal fare scelte che favoriscono il recupero. 

4. L’IMPEGNO ALLA LEGALITÀ deve essere concreto e misurabile, in linea con quanto già molte imprese fanno con i rating di legalità e la 231. 

5. L’IMPEGNO ALLA DIGNITÀ DEL LAVORO E TRASPARENZA SUI CONTRATTI è uno dei punti più importanti ed è incentrato sul valore della regolarità legata al contratto collettivo di lavoro per i propri dipendenti e per i sub-appaltatori. 

6. L’IMPEGNO ALLA RESPONSABILITÀ E ALLA SICUREZZA SUL LAVORO è appunto sicurezza sul lavoro e controllo su tutta la filiera che opera nel cantiere, affinché il cantiere rappresenti un investimento economico e sociale destinato a lasciare un segno tangibile nel tempo. 

7. RELAZIONE CON LA COMUNITÀ E GLI STAKEHOLDER DEL TERRITORIO (IMPEGNO SOCIALE) è legato al rapporto tra la conduzione del cantiere e i cittadini, per mitigarne gli impatti in fase esecutiva, ma è anche volto a promuovere l’accoglienza dei giovani.

8. L’IMPEGNO VERSO LA CATENA DI FORNITURA SOSTENIBILE riguarda il ruolo che può avere il committente o l’affidatario nello spingere scelte sostenibili in tutta la filiera.

Ogni impegno ha tre livelli di impegno crescente da superare con azioni misurabili, comunicabili e controllabili: una scelta di miglioramento continuo, nella logica PDCA (Plan Do Check Act), per una reale transizione alla sostenibilità.

Questo codice di condotta volontario rappresenta un’opportunità per le imprese di costruzione di distinguersi per il loro impegno verso la sostenibilità, migliorando al contempo la loro reputazione e la loro competitività sul mercato.

Per supportare le imprese nell’integrazione dei criteri ESG abbiamo realizzato la piattaforma web https://www.cantiereimpattosostenibile.it/

Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di un partenariato di imprese e Università, grazie a un bando di Regione Lombardia, e ha l’obiettivo di radicare nella filiera delle costruzioni una cultura fortemente diretta alla sostenibilità e alla responsabilità, orientando scelte, azioni e comportamenti verso un modello di filiera sostenibile anche grazie a processi di scambio di informazioni, know-how e strumenti di misurazione delle performance di sostenibilità. 

La piattaforma si compone, infatti, di una parte pubblica e di una privata:

- nella parte pubblica sono disponibili tutti i materiali utili alle imprese che intendono adottare il codice di condotta, vengono illustrati gli 8 impegni e la loro correlazione con i criteri ESG e con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.  

Vi è, inoltre una selezione dedicata alle notizie per avere sempre utili aggiornamenti sul tema della sostenibilità, con specifico riferimento al settore delle costruzioni. 

- nella parte privata le imprese che aderiscono a CIS possono trovare utili strumenti per la gestione sostenibile dei cantieri ed essere accompagnate nella crescita progressiva del livello di adesione agli 8 impegni del Codice di Condotta. 

Grazie alla piattaforma, infatti, le imprese hanno a loro a disposizione un tool che consente di calcolare la carbon footprint di cantiere, con una metodologia validata dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e una dashboard dedicata agli indicatori per la misurazione delle performance di sostenibilità dell'azienda, utilizzabile anche ai fini dell'elaborazione di un bilancio di sostenibilità o alla partecipazione a un rating ESG. 

È stato inoltre creato uno spazio di forum per fare in modo che i soggetti che operano nell’ecosistema possano interagire in modo efficace, un’area dedicata alla formazione per offrire un supporto specialistico sempre aggiornato e una sezione in cui i sottoscrittori del codice possono gestire in modo semplice ed immediato la fase di richiesta del logo per ciascun cantiere. 



QUANTE AZIENDE HANNO ADERITO?

E’ una domanda non corretta  perché Cantiere Impatto sostenibile è un codice di condotta del CANTIEREche impegna pertanto la filiera che interviene sull’esecuzione dell’opera.  Come ben sappiamo in ogni cantiere operano molte imprese, di costruzione e manifatturiere – la nostra catena di fornitura – operano  professionisti  e  specialisti in varie materie.

Per questo possiamo dirvi che i 50 cantieri CIS,  avviati in un anno e mezzo , sulle nostre Province di competenza (Milano, Lodi, Monza e Brianza) hanno  coinvolto circa un migliaio di sub appaltatori e imprese specialistiche, a cui dobbiamo aggiungere tutte le imprese e i professionisti che hanno fornito beni e servizi al cantiere che è difficile quantificare ma  sono centinaia.

Inoltre, hanno aderito al codice anche altre Associazioni del sistema ANCE e stiamo lavorando con Bari, Treviso, Cremona.

Abbiamo firmato importanti accordi con Banca Intesa Sanpaolo, Serravalle, Cap Holding, Comune di Monza e stiamo lavorando in UNI per far diventare CIS una prassi di riferimento.

La parte pubblica della piattaforma CIS (https://www.cantiereimpattosostenibile.it/) è uno strumento pensato anche per dare un’ampia diffusione al codice di condotta, per questo contiamo quindi possa avere sempre di più un’ampia visibilità e possa spingere sempre più imprese ad aderire. 



QUALI SONO I KPI PIÙ IMPORTANTI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE PER UN COSTRUTTORE?

Come imprenditore credo che la sostenibilità sia un grande valore nel fare impresa e questa consapevolezza sta evolvendo perché dopo il covid, le guerre in atto e l’incertezza del mercato sappiamo tutti che siamo più forti e resilienti se riusciamo a costruire una visione del futuro comune.

Integrando pratiche sostenibili, possiamo non solo ridurre il nostro impatto ambientale, ma anche migliorare la qualità della vita nelle comunità in cui operiamo, promuovendo un modello di sviluppo più equo e responsabile.

L’impresa che assegna un valore anche economico alla capacità di inclusione (di genere, di età, di stato sociale) è più resiliente e veloce nell’adattamento ai cambiamenti, quindi è più competitiva.

Ma cambiare è faticoso, richiede di uscire dalla propria zona comfort e una certa capacità di guardare avanti, per cui ritengo che avere coraggio e avere visione siano altri due KPI molto importanti per un costruttore.

Da ultimo la capacità di innovazione e di transizione digitale, dalla progettazione, al modello di fare impresa, all’uso di tecnologie digitali e IoT, in questo la progettazione in BIM e l’impiego dell’intelligenza artificiale rivestono potenzialità enormi. 



PER IL SETTORE DELL’EDILIZIA È MOLTO IMPORTANTE ANCHE LA DIMENSIONE SOCIALE. QUAL È LA RESPONSABILITÀ DEI COSTRUTTORI NEL CREARE UNA CITTÀ PIÙ VIVIBILE?

Il settore dell’edilizia ha una responsabilità fondamentale nel creare una città più vivibile, integrando la dimensione sociale in ogni progetto. Questa responsabilità si riflette profondamente nel settore delle costruzioni per vari motivi.

Come Associazione da molti anni stiamo lavorando sulla connessione tra creazione di valore sociale e mondo dell’edilizia: lo abbiamo fatto già a fine 800 quando come Associazione dei capomastri abbiamo fondato l’Istituto Carlo Bazzi , ancora oggi  il nostro “ liceo” delle costruzioni. Poi abbiamo fondato nel 1919 la Cassa Edile , il primo Ente mutualistico per i lavoratori. Tra le due guerre, abbiamo costruito un ospedale per assistere gli operai immigrati a Milano. Dopo il 1945 abbiamo realizzato case e scuole per accogliere le famiglie dei lavoratori e formarli al lavoro. Una cultura dell’inclusione che ci vantiamo di aver costruito come modello Milano insieme alle Organizzazioni Sindacali del settore delle costruzioni  e che ha fatto da apripista alla bilateralità italiana. Oggi, le regole relative al PNRR circostanziano il valore sociale richiesto al settore, includendo vari aspetti: l’inclusione dei giovani, la valorizzazione dell’imprenditorialità femminile, la realizzazione del principio di parità, e il progresso verso la transizione ecologica e digitale. Questi obiettivi si concretizzano nella costruzione di infrastrutture essenziali come scuole, ospedali di comunità, residenze per studenti e comunità per adulti.

Naturalmente è auspicabile che tale ruolo e funzione del settore, anche dal punto di vista sociale, venga prima riconosciuto e poi valorizzato, anche in ottica di una sua incentivazione. Ciò potrebbe avvenire, ad esempio, attraverso un sistema di misurazioni condivise del valore aggiunto sociale ed economico connesso al processo di costruzione e la previsione di incentivi adeguati per chi contribuisce alla realizzazione di valore pubblico aggiunto.

Le misurazioni condivise sono essenziali per quantificare l'impatto delle iniziative sociali ed economiche. Pensiamo al ruolo fondamentale svolto dal nostro settore a livello occupazionale. Pensiamo all’importanza della dignità di dare lavoro spesso a lavoratori migranti, che in cantiere non apprendono solo un mestiere ma anche la nostra lingua e la nostra cultura. Il cantiere può dunque essere inteso in questo senso anche quale luogo di aggregazione. Dall’altro lato, pensiamo al ruolo che le costruzioni rivestono per la riqualificazione delle aree cittadine, in ottica di inclusione, contrasto al degrado, aggregazione. Questi esempi rappresentano solo alcune delle ricadute positive che il settore delle costruzioni può offrire alla società.

Attualmente, il valore di queste iniziative rimane nascosto, non quantificato ufficialmente. È necessario stabilire degli standard quantitativi che permettano di confrontare i risultati effettivamente raggiunti con quelli previsti, per far emergere il valore sociale, economico e ambientale di ogni intervento edilizio o infrastrutturale. Per questo abbiamo deciso di valorizzare l’impatto sociale del cantiere fra gli obiettivi del nostro manifesto Cantiere impatto sostenibile.

I costruttori devono valorizzare il valore sociale nei loro progetti, sostenendo la misurazione e la valorizzazione del loro impatto positivo per creare una città più vivibile. Questo approccio non solo migliorerà la qualità della vita urbana, ma fornirà anche una base solida per la crescita sostenibile del settore delle costruzioni, rendendo visibile e riconosciuto il valore sociale generato.



PROBLEMA DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI. CI PUÒ FORNIRE DEI DATI SULLA SITUAZIONE?

Più che fornire o parlare di numeri, considerato che in linea generale anche INAIL conferma che da anni il trend è comunque in diminuzione, focalizzerei l’attenzione su un paio di concetti a mio avviso fondamentali per il tema e per l’obiettivo.

Infatti, davvero dobbiamo lavorare e impegnarci tutti se vogliamo provare a raggiungere risulta importanti per il miglioramento della sicurezza nei cantieri e la riduzione degli incidenti sul lavoro, che restano “uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze” come ha ricordato recentemente il Presidente Mattarella.  

Il rischio zero non esiste ma ci dobbiamo provare! 

Cominciamo a rendere obbligatoria la formazione, così come presente nel contratto dell’edilizia, per qualsiasi operatore che entra in cantiere. 

Dall’incrocio dei dati dell’Inail e delle nostre casse edili emerge che il 70% delle giornate infortunio in cantiere riguarda lavoratori senza contratto edile e quindi senza obbligo di formazione adeguata. 

Riconosciamo al Ministro Calderone il merito di aver avviato un proficuo confronto con tutte le parti sociali e una seria riflessione sul tema della sicurezza, rafforzando anche il sistema dei controlli. Ma noi vogliamo ancora di più. La patente a crediti interviene infatti dopo e in senso sanzionatorio, mentre noi chiediamo la qualificazione delle imprese edili anche per i lavori privati, come già avviene per i lavori pubblici. 

Il modello che abbiamo in mente è quello di un’impresa qualificata, con una reputazione e un futuro da preservare.

Un’impresa che sa garantire il risultato del proprio lavoro, riferimento per un’occupazione stabile e sicura e sinonimo di correttezza ed onestà.



E PER QUANTO RIGUARDA IL CONTROLLO DELLE FILIERE A CHE PUNTO SIAMO? 

Per quanto riguarda il controllo delle filiere, ci troviamo in una fase cruciale di transizione e adeguamento. Penso alla Direttiva CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence), che avrà un impatto significativo anche sul settore edile, soprattutto per quanto riguarda le aziende coinvolte nelle filiere ad alto rischio. Sebbene il nostro settore, quantomeno all’inizio, potrebbe non essere direttamente soggetto agli obblighi di due diligence, ne subirà comunque gli effetti indiretti.

In questo contesto, "giocare d'anticipo" rappresenta un'opportunità strategica. Anticipare l'adeguamento ai requisiti di sostenibilità e due diligence può offrire un vantaggio competitivo significativo, non solo in termini operativi, ma anche reputazionali.

Un esempio tangibile di come stiamo affrontando questa sfida è il progetto "Cantiere Impatto Sostenibile". 

Questo progetto riflette l'impegno delle nostre imprese nell'adottare modelli organizzativi sostenibili, rispondendo così alle esigenze della transizione tecnologica, economica, ambientale e sociale a livello nazionale e internazionale. Il settore edile è in prima linea in questo cambiamento, sfruttando le proprie competenze per rispondere alle nuove istanze di mercato.

Per riuscire in questo, la qualificazione delle imprese è fondamentale. Le nuove competenze gestionali e tecnologiche sono essenziali per integrare i processi e comprendere temi innovativi come la sostenibilità. In linea con questi obiettivi, Assimpredil Ance ha adottato un Codice di Condotta volontario, denominato "Cantiere Impatto Sostenibile", che enfatizza la green compliance dell'impresa. Questo codice non è solo una certificazione formale, ma una chiamata diretta alla responsabilità aziendale per la sostenibilità, promuovendo azioni concrete e misurabili che riducono l'impatto ambientale.

Nel nostro settore, caratterizzato da partnership durevoli e specializzate, è essenziale una sorta di "compliance allargata". Le iniziative di Assimpredil mirano a coinvolgere non solo le imprese principali, ma anche subappaltatori e fornitori, creando un circolo virtuoso che avrà effetti positivi sia a livello di prevenzione di fenomeni corruttivi e illeciti, sia a livello reputazionale ed economico-finanziario.

In sintesi, il controllo delle filiere è in fase di evoluzione, con un forte impegno verso la sostenibilità e la legalità. Le nostre azioni proattive e i progetti come la piattaforma CIS (https://www.cantiereimpattosostenibile.it/) sono strumenti chiave per guidare le nostre imprese attraverso questa transizione, garantendo un futuro più sostenibile e competitivo per il settore edile. Il portale è, infatti, un utile strumento per consolidare la capacità di misurazione delle performance di sostenibilità (ESG) anche grazie a strumenti condivisi, per aumentare il livello di digitalizzazione delle relazioni tra gli attori della filiera e per rinforzare, in modo sostanziale, lo scambio di competenze tra gli utilizzatori. 



INFINE, SULL’ECONOMIA CIRCOLARE E SULL’USO DEI MATERIALI. QUAL È IL GRADO DI AVANZAMENTO? 

Nel settore delle costruzioni, l’economia circolare è un settore assolutamente cruciale.

Fare economia circolare significa ridurre al minimo i rifiuti e massimizzare il riutilizzo dei materiali. Le demolizioni, ad esempio, devono essere condotte in modo da permettere il recupero e il riciclo dei materiali da costruzione. Questo approccio non solo riduce l'impatto ambientale, ma crea anche nuove opportunità economiche e posti di lavoro.

L'Agenda 2030 delle Nazioni Unite sottolinea l'importanza di città e comunità sostenibili, obiettivo che si riflette direttamente nel Goal numero 11: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. 

A livello europeo, il settore delle costruzioni è responsabile di più del 50% delle materie prime estratte e di circa il 35% dei rifiuti e per questo è considerato un settore “ad alta intensità di risorse”.

Risulta dunque cruciale ripensare, dalla progettazione alla realizzazione, la gestione del cantiere che rappresenta la fase di maggior impatto ambientale nell’ambito del processo produttivo di opere edili o civili. Nel cantiere edile, infatti, vi sono attività di movimentazione, stoccaggio, deposito, raccolta e trasporto di materiali che generano enormi quantità di rifiuti di costruzione e demolizione, che impattano in particolar modo su suolo, aria ed acqua.

Anche su questo tema, Cantiere Impatto Sostenibile rappresenta uno strumento per sviluppare e condividere nuovi modelli di business, processi di digitalizzazione e buone pratiche di economia circolare per rendere concreti e misurabili i benefici, economici, oltre che ambientali e sociali, derivanti dal recupero delle risorse e dalla riduzione dei rifiuti.



AVETE OSSERVAZIONI O PROPOSTE SULLA DIRETTIVA EPBD? LE PUÒ SINTETIZZARE?

La nuova politica per l’efficientamento degli edifici avrà sicuramente un impatto significativo per una crescita del settore delle costruzioni e dell’impiantistica, nonché più in generale sulle imprese di servizi energetici.

L’attuazione nazionale della direttiva deve passare attraverso l’adozione di misure necessarie per conseguire gli obiettivi fissati, valutandone al contempo l’impatto energetico ed economico ed in modo da garantire una transizione energetica equilibrata in grado di ottimizzare il rapporto tra costi e benefici per la collettività e per lo Stato.

Serve mettere a punto un sistema di finanziamento e di incentivi che però va pensato in modo strutturato in ciascuno Stato.

La Direttiva EPBD affronta il tema degli schemi economici e finanziari a sostegno della riqualificazione energetica. Tra questi, vengono individuati non solo prestiti per l’efficientamento energetico ed ipoteche per la ristrutturazione degli edifici, contratti di rendimento energetico, ma anche aliquote fiscali ridotte sui lavori di ristrutturazione e sui materiali e sui sistemi di “detrazione in fattura” come modalità alternativa ai sistemi di pagamento.

In questo contesto:

  1. L’Europa deve monitorare i tempi ed il raggiungimento dei target intermedi tenendo però conto delle peculiarità dei singoli Paesi. Per l’Italia considerato il nostro patrimonio immobiliare vetusto occorreranno maggiori risorse e un orizzonte temporale più lungo per il raggiungimento degli obiettivi;

  2. Oltre alle politiche fiscali di incentivazione che ciascun Paese potrà prevedere e che dovranno avere un orizzonte temporale almeno decennale, è necessario un sostegno economico anche a livello europeo;

  3. Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare pubblico, per il raggiungimento dell’efficientamento, oltre ai fondi già stanziati e preventivati, si richiede la definizione di strategie e strumenti di partenariato pubblico privato.

 

12/06/2024
Eventi
Greenwashing e rischio reputazionale

Assimpredil Ance in collaborazione con ARB SBRL a socio unico ha organizzato un incontro tecnico informativo sul greenwashing e il rischio reputazionale che si terrà in sede a Milano giovedì 20 giugno alle ore 10.00.

Informiamo le imprese associate che Assimpredil Ance in collaborazione con ARB SBRL a socio unico ha organizzato il seguente incontro tecnico informativo “Greenwashing e rischio reputazionale” che si terrà giovedì 20 giugno 2024, alle ore 10.00 a Milano presso la sede di Assimpredil Ance (in via San Maurilio 21).

La sostenibilità ambientale rappresenta un importante strumento di comunicazione e di selezione delle imprese nel mercato. Se le dichiarazioni ambientali non corrispondono alla sostanza, c’è il rischio di greenwashing cioè di scivolare nella pratica del c.d. “ambientalismo di facciata”.

Numerosi studi hanno dimostrato che il greenwashing ha impatti negativi sull’immagine e sulla reputazione aziendale determinando, come diretta conseguenza, una scarsa fiducia nei consumatori e nelle comunicazioni sulla sostenibilità in generale.

 

25/09/2024
Sostenibilità
Filiera
Approvazione della direttiva Corporate Sostenibility Reporting Directive (CSRD)

Il decreto legislativo n. 125 del 6 settembre 2024 (GU Serie Generale n.212 del 10-09-2024) recepisce la direttiva (UE) 2022/2464 la c.d. Corporate Sostenibility Reporting Directive (CSRD), relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilità.

Tra gli obiettivi principali della norma vi è quello di rafforzare e rendere più attendibile e trasparente l’informazione sulla sostenibilità, imponendo nuove norme e nuovi standard.

Le imprese, infatti, saranno tenute a divulgare informazioni dettagliate su questioni ambientali, sociali e di governance (ESG), includendo l'impatto delle loro attività sul clima e sulla società, nonché i rischi legati alla sostenibilità che potrebbero influire sulla loro performance finanziaria, ma anche quelli legati alla sua catena del valore, compresi i suoi prodotti e servizi, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura.

Sotto quest’ultimo profilo, il Decreto prevede che, laddove tutte le informazioni necessarie sulla catena del valore non siano disponibili nei tre anni successivi, l’impresa obbligata dovrà evidenziare nel report: gli sforzi compiuti per ottenere tali informazioni; motivare il perché non è stato possibile ottenerle; i piani per ottenerle in futuro.

Il decreto introduce un approccio alla rendicontazione basato sul principio di doppia rilevanza o materialità: la rendicontazione societaria di sostenibilità deve quindi indicare come le questioni di sostenibilità incidono sull’attività dell’impresa (materialità finanziaria) e, come queste ultime, incidano su persone e ambiente (materialità d’impatto).

In particolare, la rendicontazione dovrà includere:

-una breve descrizione del modello e della strategia aziendale;

- una descrizione degli obiettivi temporalmente definiti connessi alle questioni di sostenibilità individuati dall’impresa;

- una descrizione del ruolo degli organi di amministrazione e controllo per quanto riguarda le questioni di sostenibilità e delle loro competenze e capacità in relazione allo svolgimento di tale ruolo o dell’accesso di tali organi alle suddette competenze e capacità;

- una descrizione delle politiche dell’impresa in relazione alle questioni di sostenibilità;

- informazioni sull’esistenza di sistemi di incentivi connessi alle questioni di sostenibilità e che sono destinati ai membri degli organi di amministrazione e controllo;

- una descrizione delle procedure di dovuta diligenza applicate dall’impresa in relazione alle questioni di sostenibilità, dei principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell’impresa e di eventuali azioni intraprese dall’impresa per prevenire o attenuare impatti negativi, effettivi o potenziali, o per porvi rimedio o fine, e dei risultati di tali azioni;

- una descrizione dei principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità e le modalità di gestione di tali rischi adottate dall’impresa;

- gli indicatori pertinenti per la comunicazione delle informazioni di cui sopra.

Tra i vari adempimenti, è previsto un obbligo di informazione e consultazione sindacale: la società, anche nel rispetto della normativa e degli accordi applicabili in materia, deve prevedere modalità di  informazione   dei rappresentanti dei lavoratori al livello appropriato  e  discutere  con loro le informazioni pertinenti e i mezzi per ottenere  e  verificare le informazioni sulla sostenibilità; i rappresentanti dei lavoratori comunicano il proprio parere, ove adottato, all'organo  amministrativo  e  di controllo.

 


27/05/2024
Azione di Sistema
Territori - ANCE Cremona aderisce a CIS

Milano, 14 maggio 2024 – Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance, e Carlo Paolo Beltrami, presidente ANCE Cremona, hanno firmato un protocollo d’intesa per la condivisione del Codice di Condotta CIS – Cantiere Impatto Sostenibile.

Sono molto soddisfatta – dichiara Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance – che il codice di condotta volontario che abbiamo realizzato per la promozione dello sviluppo sostenibile dei cantieri dei nostri soci possa trovare applicazione anche in altri territori. Il cambio di passo verso modelli organizzativi d’impresa sostenibili è un tema cruciale per il nostro settore, un tema sul quale le imprese stanno lavorando da tempo perché le azioni per la sostenibilità impattano in modo rilevante sulla creazione di valore di un'impresa e, certamente, ne ridisegnano anche i processi produttivi e gli stessi prodotti, dalla progettazione alla gestione”.

L’adesione a Cantiere Impatto Sostenibile (CIS) – dichiara il presidente di ANCE Cremona Carlo Paolo Beltrami – quale codice di condotta volontario vuole essere da stimolo a tutte le nostre associate per l’applicazione concreta di un rinnovamento edilizio ed urbano. I cambiamenti climatici, la maggior sensibilità dei giovani sui temi ambientali ci obbligano ad un cambio di passo anche e soprattutto nel costruito, attraverso la rigenerazione urbana e l’uso di tecniche e materiali sostenibili. Sono certo che l’adesione da parte delle nostre associate sarà numerosa.”

Grazie al protocollo siglato, ANCE Cremona potrà applicare, diffondere e promuovere il Codice di condotta sul proprio territorio, verificando le misure di sostenibilità adottate dalle singole imprese sottoscrittrici.

Assimpredil Ance e ANCE Cremona costituiranno inoltre una Cabina di regia con il compito di verificare la corretta attuazione del Codice di condotta e di condividerne i progressi.

Leggi il comunicato stampa a questo link.


13/05/2024
Filiera
Sicurezza
Sostenibilità
Territori – Intervista a Paola Carron, Presidente di Ance Rovigo Treviso

Il 30 gennaio Ance Rovigo Treviso ha presentato la sua adesione a Cantiere Impatto Sostenibile (CIS). Cosa vi ha spinto ad aderire al codice di condotta volontario ideato e promosso da Assimpredil Ance?
Ho visto un’intervista di un vostro associato sui social che parlava di CIS ed ho deciso di approfondire l’argomento con il nostro Consiglio Generale, trovando subito un interesse diffuso da parte di tutti i colleghi.
Abbiamo ritenuto la vostra iniziativa un ottimo sistema per mettere a disposizione delle imprese una procedura che le guidasse verso un percorso concreto orientato alla sostenibilità.
La collaborazione di Assimpredil Ance che si è messa letteralmente a nostra completa disposizione per condividere il progetto, ci ha messo nelle migliori condizioni per poter, in brevissimo tempo, riuscire a compiere tutti i passi necessari per aderire a CIS.

Nel Suo intervento ha parlato di una duplice valenza di CIS per le imprese. A cosa si riferiva?
Tutte le nostre imprese, sia grandi che piccole, sono da tempo impegnate sul tema della sostenibilità. Il riciclo di materiali, la gestione responsabile dell’acqua, la riduzione dell’impronta carbonica, l’efficientamento dei materiali legato alla riduzione dei consumi, il risparmio energetico, sono tutti temi e principi verso i quali si sta orientando l’edilizia, evolvendo verso un modello più attento e responsabile delle costruzioni. Il nostro sistema poi, anche attraverso le Casse Edili, le Scuole Edili ed i Comitati Paritetici Territoriali, supporta le aziende su temi altrettanto fondamentali come la legalità, la sicurezza del lavoro e il rispetto dell’applicazione dei contratti, ad esempio attraverso il DURC di congruità. CIS consente alle imprese che già sono attente a questi temi, di farne un valore da poter comunicare all’esterno.
CIS è un impegno concreto per la tutela dell’ambiente. Una linea guida pratica per la sicurezza in cantiere. Un esempio affidabile di una corretta gestione del nostro lavoro.
Molto importante è anche il coinvolgimento della filiera previsto tra gli impegni di CIS.
Noi, facendo parte di Confindustria Veneto Est, abbiamo la possibilità di avere un canale diretto con tutta la filiera, coinvolgendola per sviluppare al meglio quanto previsto da CIS, sia in termini di cultura sul tema che facendo crescere e conoscere il progetto.
 
Avete coinvolto nell’incontro anche rappresentanti di Pubbliche Amministrazioni e del mondo bancario. Quale interesse è emerso rispetto a CIS?
Il taglio molto pratico e concreto che propone CIS ha destato immediato interesse nei nostri principali interlocutori. Regione Veneto, Comuni, mondo bancario e assicurativo ci hanno affiancato in questa iniziativa per fare sistema beneficiando del contributo che questo processo molto semplice rappresenta anche per loro. Stiamo lavorando per replicare le convenzioni siglate da Assimpredil Ance, cercando anche di proporne di nuove, sempre condividendole con la Vostra Associazione.
 
Quale risposta si attende dalle imprese associate?
La risposta è stata ottima già in fase di prima discussione in Consiglio Generale sull’opportunità di aderire a CIS. Nel momento in cui abbiamo condiviso l’idea con Assimpredil Ance, avevamo già una decina di adesioni al progetto.
Ai nostri colleghi è risultato subito chiaro come questa iniziativa coinvolga a 360 gradi tutte le imprese Ance, dalla più strutturata alla più piccola, portando in tutti i soggetti implicati la presa di coscienza del fatto che ognuno di noi fa già molto di quanto previsto da CIS, ma anche che è possibile fare di più.


13/05/2024
Sostenibilità
Decarbonizzazione
Azione di Sistema
Rete di alleanze - Accordo con Intesa San Paolo

Lo scorso 10 aprile Assimpredil Ance e Intesa Sanpaolo hanno firmato un Protocollo d’intesa per accompagnare le aziende della filiera edile dei territori di Milano, Lodi, Monza e Brianza nel proprio percorso di transizione sostenibile attraverso l’adozione del codice di condotta volontario “Cantiere Impatto Sostenibile” e l’offerta di finanziamenti a medio-lungo termine a condizioni dedicate per favorire lo sviluppo delle imprese in chiave sostenibile. Cosa vi ha spinto a siglare questo accordo?

Con questo accordo, sottoscritto dalla mia direzione di Milano, Monza e Brianza e quella di Lombardia Sud guidata da Marco Franco Nava, vogliamo ulteriormente consolidare la collaborazione con l’Associazione affiancandoci alle loro imprese, a cui offriamo le nostre migliori soluzioni e la nostra consulenza, a beneficio di tutta la filiera del settore delle costruzioni per incentivare nuovi investimenti per lo sviluppo, il risparmio e la produzione energetica volti ad un consumo efficiente. La nostra priorità, come prima banca del Paese, è favorire sempre il credito e non solo, in questo, le iniziative con le associazioni di categoria sono fondamentali. Inoltre, l’attenzione al tema dello sviluppo sostenibile è un passo cruciale anche per il rilancio delle piccole e piccolissime imprese delle costruzioni che si orientano verso il miglioramento in ambito sociale e di governance in ottica ESG. Il codice adottato “Cantiere Impatto Sostenibile” è perfettamente in linea con le nostre iniziative che promuovono una nuova visione che vede l'ambiente, la società e l'economia come dimensioni strettamente collegate tra loro, la cui integrazione è imprescindibile per ogni forma di sviluppo.

In particolare, riconosceremo una riduzione del 50% delle spese di istruttoria su tutte le tipologie di finanziamento a medio-lungo termine alle imprese clienti associate che avranno provveduto a determinare il proprio Score ESG tramite la nostra piattaforma, e presenteranno l’attestato di “Cantiere Impatto Sostenibile”, rilasciato da Assimpredil Ance. Offriamo inoltre strumenti e offerte dedicate per investimenti in ambito ESG come “S-Loan Progetti Green” che prevedono delle premialità e con il noleggio di beni strumentali di Intesa Sanpaolo Rent For You.

È ormai acclarato che i fattori ESG impatteranno in modo determinante sempre più determinante anche sul merito creditizio delle imprese. Come Gruppo Bancario siete chiamati in prima linea a sostenere questa transizione sostenibile, in quale modo state affiancando le imprese, soprattutto le PMI?

Sostenere le imprese del settore delle costruzioni significa cogliere le enormi potenzialità, per il territorio lombardo, di efficientare il proprio patrimonio immobiliare. La Lombardia mostra un patrimonio edilizio piuttosto “datato”: la quota di edifici costruita prima del 1980, quando ancora non vigevano le prime norme sull’efficienza energetica, è oltre il 70%. Dotare le nostre abitazioni e città delle migliori tecnologie green oggi a disposizione, consentirà da un lato di migliorarne i consumi e, dall’altro, di ridurne l’impatto ambientale a beneficio delle generazioni future. Le città di questi territori per essere più efficienti, competitive e attrattive hanno bisogno di infrastrutture moderne e sostenibili, e in quest’ottica il PNRR rappresenta una grande opportunità. Promuoviamo varie forme di finanziamento nella direzione della sostenibilità, per la trasformazione energetica e per l’evoluzione economica e industriale. Abbiamo supportato con oltre 2 miliardi di euro gli investimenti delle aziende lombarde finalizzati al raggiungimento di obiettivi ESG e in circular economy.

Per accompagnare le scelte di investimento delle imprese di ogni dimensione e far cogliere le opportunità del PNRR e della Transizione 5.0, la nostra banca ha appena lanciato “Il tuo futuro è la nostra impresa”, un programma da 120 miliardi di euro per favorire lo sviluppo di importanti vantaggi competitivi in chiave di sostenibilità con interventi a sostegno della realizzazione degli obiettivi fissati nel PNRR per i quali il Gruppo ha stanziato complessivamente oltre 410 miliardi di euro, come annunciato dal CEO Carlo Messina.

Inoltre, grazie anche al nostro Laboratorio ESG, aiutiamo le aziende ad acquisire le competenze e a individuare le opportunità di crescita, con la partecipazione di partner di eccellenza.

Il Consiglio UE ha approvato la direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici (direttiva EPBD). La direttiva così come approvata, fissa obiettivi ambiziosi per ridurre il consumo energetico complessivo degli edifici in tutta l'UE, ma sarà responsabilità degli Stati membri selezionare gli edifici e le misure da adottare. Quale ruolo avrà il sistema finanziario?

Attraverso azioni mirate e accordi come quello con Assimpredil vogliamo contribuire in modo concreto all’efficientamento e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale e alimentare l’importante filiera del settore. Con questo obiettivo offriamo soluzioni che favoriscano il rinnovamento del patrimonio immobiliare con finanziamenti per l’acquisto e la costruzione di immobili con elevata efficienza energetica, ma anche per migliorarne il rendimento energetico attraverso interventi di ristrutturazione e riqualificazione. In tema di rinnovabili negli ultimi anni c’è stata una forte accelerazione della potenza installata di impianti fotovoltaici da parte delle aziende italiane.

La Lombardia storicamente è la prima regione per potenza installata da FER (fonti energia rinnovabile) e nel 2022 per la prima volta supera la Puglia anche nella potenza da fotovoltaico, con Milano che ha contribuito a questo sorpasso collocandosi al 5° posto per potenza installata (3% del totale). Occorre però divenire più autonomi sul fronte degli accumulatori, fondamentali per lo stoccaggio dell’energia da rinnovabili e il nuovo Regolamento europeo sull’industria a zero emissioni potrà andare incontro a questa esigenza e potenziare l’innovazione green, dove Milano e Monza e Brianza sono ben posizionate grazie alla presenza del distretto della Meccanica strumentale.

Per favorire gli investimenti in energia da fonti rinnovabili e la conseguente autonomia energetica il Gruppo ha messo a disposizione 76 miliardi di euro a livello nazionale anche per incentivare sui territori la creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Le CER costituiscono una progettualità virtuosa di autoproduzione di energia elettrica da fonti green: gruppi di famiglie, imprese, enti del terzo settore, possono scegliere di unirsi per autoprodurre e consumare energia elettrica da fonti rinnovabili, rendendo l’energia «condivisibile a KM-zero».

Vogliamo accompagnare i nostri clienti promuovendo comportamenti virtuosi, attraverso una premialità sul tasso, offrendo gratis il servizio di certificazione energetica nel caso di ristrutturazione e tariffe agevolate presso diversi fornitori di servizi con cui abbiamo stretto accordi a favore dei nostri clienti. Abbiamo previsto soluzioni con durate molto lunghe, fino a 40 anni per gli under 36, finanziando anche il 100% del valore dell’immobile. Inoltre, Intesa Sanpaolo prevede l’azzeramento delle spese di istruttoria e uno sconto di tasso fino a 0,35% per l’acquisto di un immobile in classe energetica elevata. In coerenza con l’impegno della Banca sul fronte della transizione ambientale, Intesa Sanpaolo dal 2020 ha erogato oltre 7,5 miliardi di euro di finanziamenti green. L’attenzione all’ambiente porta con sé positivi risvolti sociali, che la nostra banca favorisce con gesti concreti. Attraverso la nostra piattaforma di crowdfunding For Funding sosteniamo progetti di tutela ambientale e doniamo un importo a fronte dell’erogazione di ciascun mutuo.

 

Nell’immagine da sinistra a destra:
Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Milano, Monza e Brianza Intesa Sanpaolo
Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance 
Marco Franco Nava, Direttore Regionale Lombardia Sud Intesa Sanpaolo.


13/05/2024
Decarbonizzazione
Sostenibilità
La parola all’esperto - Ermete Realacci “la sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano”

Lo scorso 25 marzo è stato presentato a Milano il Rapporto “Il valore dell’abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano”, promosso da Assimpredil Ance, Fondazione Symbola, CRESME e European Climate Foundation. Di cosa si tratta? Qual è il focus del report? 

La Direttiva UE sulle “Case Green”, recentemente approvata dal Parlamento Europeo, chiede agli Stati membri una riduzione del consumo medio di energia del patrimonio edilizio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Una norma coerente con la scelta dell’Europa di puntare sulla sostenibilità e sulla riduzione della dipendenza energetica per affrontare le sfide del futuro, che impone però agli Stati una decisa accelerazione. La decarbonizzazione del patrimonio edilizio sarà una delle grandi sfide dei prossimi anni. Un percorso complesso che richiede soluzioni e strumenti innovativi, concretezza e fattibilità, conoscenza e competenza. La direttiva europea impone quindi una sfida importante, che deve rappresentare per il Paese non una spada di Damocle, ma un’occasione per creare lavoro, sviluppare nuove competenze e dare nuovo impulso alla filiera dell’edilizia. Tutto in un’ottica green, sostenibile, amica dell’ambiente ma anche dell’economia. Perché, come scritto nel Manifesto di Assisi, affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia più a misura d’uomo e per questo più forte e più capace di futuro.

Il nostro lavoro parte da qui, dalla necessità di aprire una riflessione sulle possibili linee di intervento per l’attuazione in Italia della nuova direttiva e sulle opportunità di medio-lungo periodo in un settore strategico per tutto il sistema Paese. Si tratta quindi di uno studio per misurare dimensione e consistenza degli investimenti di riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio, con un’analisi dettagliata delle politiche e strategie messe in atto in altri Paesi UE e alcune proposte su cui è necessario aprire un confronto con tutti gli attori in campo. Dare risposte in questo senso vuol dire agire su tre fronti: migliorare allo stesso tempo efficienza energetica, valore del patrimonio edilizio italiano, competitività della nostra filiera delle costruzioni (quindi lavoro, occupazione, valore aggiunto). E ne aggiungerei un quarto: bollette meno care per famiglie e imprese. Nel dettaglio, far salire di due classi energetiche il patrimonio edilizio residenziale consentirebbe un taglio del 40% sulla bolletta, pari a un risparmio medio annuo di 1.067 euro, stando ai costi del 2022. E allo stesso tempo un deciso incremento del valore delle abitazioni: una casa ristrutturata, come evidenzia la ricerca, vale infatti mediamente il 44% in più di una casa da ristrutturare, incremento che arriva al 50% fuori dalle aree metropolitane in luoghi non turistici.

Perché è così importante parlare di edilizia nel nostro Paese?

La centralità del tema casa e delle politiche abitative nel nostro Paese viene dal fatto che siamo primi in Europa per numero di abitazioni pro-capite: 12.539.173 edifici residenziali e 32.302.242 abitazioni, di cui il 78% circa occupato da famiglie residenti. Stando ai dati ISTAT, in Italia risultano 599 abitazioni ogni 1000 abitanti contro una media europea di 506. Un primato ma anche un’urgenza, alla luce della graduale perdita di valore dello stock edilizio (specialmente nelle aree periferiche) dovuta al fatto che il 72% degli edifici ha più di 40 anni ed è stato costruito prima della legge n. 373/76 sull’efficienza energetica e che il 68% delle abitazioni hanno una classe energetica compresa tra E e G.

La centralità del tema viene anche dall’importanza fondamentale che il settore dell’edilizia ricopre nel sistema economico italiano. Per esempio, l’aumento significativo degli investimenti, attivati dagli incentivi fiscali del triennio 2020-2022, ha di fatto determinato una forte crescita occupazionale nell’edilizia. Solo contando i lavori di riqualificazione energetica, abbiamo più di 1 milione di nuovi occupati e nuove figure professionali nella filiera. E quella delle costruzioni è una filiera “lunga”, un settore enorme e molto articolato che coinvolge numerosi soggetti. Basti pensare ai vari servizi progettuali, come gli studi di architettura o di ingegneria; ai produttori dei materiali; alla commercializzazione; al vasto insieme degli intermediari, come mediazione immobiliare, amministratori di condomini, studi notarili; alle macchine e attrezzature per lavori di manutenzione; ai servizi integrati di gestione e cura degli edifici. Una filiera che conta nel complesso più di 1 milione di imprese e oltre 2,6 milioni di addetti, che corrispondono al 24% e 15% del sistema produttivo italiano.

Parliamo degli strumenti in campo. Come giudica il Superbonus e gli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia?

Il Superbonus 110% si è rivelato uno strumento giusto, ma fatto male. Una misura che ha portato benefici, ma anche alcuni problemi, quindi va migliorato. Per farlo è necessario però rivedere tutto il sistema degli incentivi, per capire fino in fondo quello che è accaduto e i gravi errori commessi.

Il Rapporto si è concentrato anche su questo aspetto, presentando una disamina dettagliata degli incentivi per la riqualificazione energetica ed edilizia, in modo da coglierne limiti ed effetti positivi. Una storia lunga, che inizia nel 1998 con un incentivo del 41%. Poi varie modifiche. Nel 2013 gli incentivi per il recupero edilizio passano dal 36% al 50% e gli interventi per riqualificazione energetica salgono al 65%, più avanti anche al 75-85% per gli interventi di riduzione del rischio sismico. L’arrivo del Superbonus 110% e del 90% per la riqualificazione delle facciate nel 2020 disegna un nuovo livello di investimenti incentivati: nel 2021 i lavori salgono da 28 a 67 miliardi di euro, nel 2022 a 94, nel 2023 a 83, con un evidente, eccezionale, salto di scala rispetto al passato. Chi voleva intervenire poteva contare su un ampio quadro di dispositivi incentivanti (Bonus Casa, Ecobonus, Sismabonus, Bonus Facciate, Super Sismabonus e Super Ecobonus), sullo sconto in fattura e sulla cessione del credito. Una quantità di risorse eccezionali, con il difetto di un tempo di attuazione molto stretto che ha inciso nel rapporto tra domanda e offerta. “Troppo per troppo poco tempo” potrebbe essere la critica al 110% e al 90%, il cui effetto positivo è stato in parte vanificato dall’aumento dei prezzi derivato dalla crisi della filiera mondiale, dallo squilibrio interno fra domanda (pressante) e offerta (limitata) e dalla componente speculativa che ha di fatto raddoppiato i costi. Valutando l’impatto del Superbonus sui conti dello Stato, i risultati della nostra analisi determinano un saldo netto negativo complessivo di 59 miliardi di euro. Un valore importante, ma molto inferiore a quello dei 103 miliardi portati in detrazione.

Di certo si può dire che gli incentivi hanno fatto crescere gli interventi per l’efficientamento energetico. Rispetto al triennio 2018-2020, nel triennio 2021-2023 gli interventi in riqualificazione energetica sono cresciuti del 77%, passando da 2,9 a 5,2 milioni, gli investimenti sono passati da 43 miliardi a 152 (+277%), mentre il risparmio energetico è cresciuto del 349%. La maxi detrazione ha inoltre spinto il fotovoltaico, settore in cui l’Italia sconta un ritardo rispetto ai Paesi europei più avanzati. Per esempio l’Olanda ha installato 4 volte il fotovoltaico italiano, nonostante sia più piccola di Sicilia e Calabria e nonostante abbia molto meno sole di Sicilia e Calabria. 1,6 GW di installazioni nel 2022, che diventano 2,2 GW nell’intera vigenza del Superbonus. Ancora poco ma è un passo in avanti. Infine uno sguardo al PIL: nel 2022 gli incentivi per la riqualificazione energetica hanno contribuito per il 25,8% alla crescita del Prodotto Interno Lordo italiano. Numeri sicuramente non trascurabili.

Si stima infatti che ogni miliardo di euro di investimenti in costruzioni produce un valore aggiunto di un miliardo e 100 milioni e un effetto diretto e indiretto sull’occupazione di oltre 15mila nuovi occupati. In questo senso, gli obiettivi della direttiva UE costituiscono uno stimolo importante per lo sviluppo della filiera delle costruzioni, la diffusione di soluzioni impiantistiche come le pompe di calore elettriche anche in abbinamento con geotermico e fotovoltaico. L’elettrificazione dei consumi favorirà il processo di crescita delle comunità energetiche e la creazione di figure professionali necessarie all’industria edilizia e dell’efficienza energetica. Contestualmente, tale strategia potrà porre un freno alla perdita di valore del patrimonio edilizio, che in Italia corre più di altri Paesi erodendo ricchezza alle famiglie e renderà più sicure ed eque le nostre città. Certo, per portare le 21,4 milioni di abitazioni residenziali occupate almeno ad un salto di due classi energetiche servirebbero, considerando un incentivo che potrebbe attestarsi attorno al 70% dell’intervento, almeno 910 miliardi, di cui 338 rientrerebbero allo Stato.

Il punto è far capire che non si tratta di un costo per il sistema, una spesa fine a se stessa, ma di un investimento sul futuro.

 

Ermete Realacci è Presidente di Fondazione Symbola


13/05/2024
Filiera
Sostenibilità
Con CIS sempre aggiornati sulle novità normative: scopri la Corporate Sustainability Due Diligence (CSDD)

È questione di settimane e la nuova Direttive UE sulla “Corporate Sustainability Due Diligence” entrerà in vigore, producendo effetti che si estenderanno anche al nostro settore. La Direttiva UE in materia, infatti, è da lungo oggetto della procedura legislativa unionale: già il 23 febbraio 2022 era stata presentata una proposta di Direttiva del Parlamento e del Consiglio sulla base della quale è stato raggiunto, il 14 dicembre 2023, un accordo tra i negoziatori del Consiglio e quelli del Parlamento europeo. Stando alla citata proposta, la futura Direttiva sulla “Corporate Sustainability Due Diligence” dovrebbe applicarsi alle società dell’Unione Europea che abbiano avuto, in media, più di 500 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 150 milioni di euro nell’ultimo esercizio di bilancio, nonché a quelle che abbiano avuto, in media, più di 250 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 40 milioni nell’ultimo esercizio di bilancio qualora almeno il 50% di tale fatturato netto sia stato prodotto , fra i vari settori individuati ad alto impatto, anche nell’estrazione di risorse minerarie, compresi i prodotti da cava, e nel commercio all’ingrosso dei materiali da costruzione. Ai sensi della proposta di Direttiva, a tali società verrà imposta una serie di obblighi di diligenza rispetto agli impatti negativi sui diritti umani e agli impatti ambientali negativi, siano essi effettivi o potenziali, che incombono alle società nell’ambito delle loro attività, delle attività delle loro filiazioni e delle attività nella catena di valore svolte da soggetti con cui le stesse intrattengono un rapporto d’affari consolidato. In particolare, la proposta di Direttiva prevede che le società obbligate integrino il dovere di diligenza nelle loro politiche aziendali e predispongano una politica del dovere di diligenza, adottino misure adeguate per individuare gli impatti negativi sui diritti umani e gli impatti ambientali negativi, effettivi o potenziali, causati dalle attività proprie, nonché da quelle compiute nell’ambito della propria filiera. Inoltre, in forza della Direttiva, le società dovranno dotarsi di una strategia aziendale e un modello di business compatibili con la transizione a un’economia sostenibile e la limitazione del riscalamento globale secondo l’accordo di Parigi. A livello comunitario, le spinte verso modelli imprenditoriali sostenibili sono particolarmente pregnanti, vero è che la stessa Direttiva introduce un severo impianto sanzionatorio (sanzioni pecuniarie fino al 5% del fatturato netto globale delle società inadempienti); inoltre, nella proposta di Direttiva, si sottolinea la necessità di introdurre disposizioni adeguate negli Stati membri affinché possa determinarsi una responsabilità civile in capo alle società obbligate per i danni causati da impatti negativi sui diritti umani e/o sull’ambiente che, a fronte di un mancato rispetto degli obblighi di diligenza, non sono stati prevenuti, impediti o attenuati. Va sottolineato che, nell’accordo del 14 dicembre 2023 sembra che Parlamento europeo e Consiglio vogliano anche includere il rispetto degli obblighi di diligenza tra i criteri di valutazione per l’assegnazione di appalti pubblici.

Pertanto, se non direttamente (in considerazione dei limiti dimensionali delle società coinvolte nonché delle attività che rivestono profili cd. ad alto rischio), senz’altro indirettamente, la direttiva CSDD produrrà effetti anche sul settore edile, nei confronti delle aziende che operano nella filiera interessata dall’applicazione degli obblighi di due diligence. In questo scenario, «giocare d’anticipo» può fare la differenza: per conseguire un vantaggio competitivo rispetto ai partner della propria filiera, valorizzando sin da subito i benefici reputazionali che derivano da un’attività d’impresa fortemente improntata alla sostenibilità.

Uno strumento particolarmente efficace, in questo senso, è rappresentato dal progetto Cantiere Impatto Sostenibile. Risulta evidente come sia già in atto un cambio di passo verso modelli organizzativi d’impresa sostenibili, per rispondere alla transizione tecnologica, economica, ambientale e sociale a livello nazionale ed internazionale. È chiaro che, il nostro settore è interessato in prima persona a far parte di questo cambiamento, rispondendo a queste nuove istanze con le proprie competenze e la propria professionalità e sapendo cogliere in questo processo di cambiamento, ormai avviato, una nuova opportunità di lavoro e di crescita nel mercato. La qualificazione delle imprese è imprescindibile per rispondere all’evoluzione del mercato, specialmente nel settore pubblico: servono nuove competenze gestionali e tecnologiche e specializzazioni in grado di favorire l’integrazione dei processi e la comprensione di temi innovativi come quelli legati alla sostenibilità. È proprio per queste ragioni che, come Associazione, abbiamo adottato un Codice di Condotta volontario: Cantiere Impatto Sostenibile, per valorizzare il processo di evoluzione delle nostre imprese in tema di sostenibilità. Il manifesto rappresenta l'adesione concreta ai valori di sostenibilità dei soggetti apicali dell'impresa, che fanno scelte organizzativo-gestionali volte a ridurre gli impatti ESG dell'attività aziendale e ad implementare una strategia orientata alla sostenibilità, secondo una logica di filiera. La nostra intenzione, dunque, è di accompagnare le imprese, attraverso gli obiettivi declinati dal Codice Cantiere Impatto Sostenibile verso una qualificazione delle imprese stesse, che non sarà certamente una nuova certificazione ma una vera chiamata diretta alla responsabilità delle azioni per la sostenibilità, che potrà essere valorizzata e promossa anche con i grandi player del settore privato e pubblico.

Sara Acerbi – Assimpredil Ance


19/09/2023
Sostenibilità
Appalti
I Criteri ambientali Minimi (CAM)

I Criteri Ambientali Minimi (di seguito indicati con l’acronimo CAM) rappresentano le “misure volte all’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure d’acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti”, come riportato nell’ultima versione del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione (edizione 2023).

 I CAM assumono un ruolo di primo piano nella transizione ecologica ponendosi i seguenti obiettivi:

·         ridurre gli impatti ambientali;

·         promuovere modelli di produzione e consumo “circolari”;

·         diffondere l’occupazione “verde”;

·         razionalizzare i consumi della PPAA, riducendone ove possibile la spesa.

 L’obbligatorietà dell’applicazione dei CAM sancita dal “Codice degli appalti” (art. 34 D.Lgs. 50/2016, modificato dal D.Lgs. 56/2017) riguarda le “specifiche tecniche” e le “clausole contrattuali” contenute in ciascun decreto di riferimento.

Il recente Codice dei Contratti Pubblici – D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36 – prevede l’inserimento delle clausole sociali nei bandi di gara anche tenuto conto della tipologia di intervento, in particolare ove riguardi il settore dei beni culturali e del paesaggio, e nel rispetto dei principi dell’Unione europea, come riportato nell’art. 57 denominato appunto “Clausole sociali del bando di gara e degli avvisi e criteri di sostenibilità energetica e ambientale”.

 I CAM sono le “indicazioni tecniche” del PAN GPP, vale a dire i requisiti per garantire la tutela ambientale e, quando possibile, etico-sociale, tenendo conto dell’approccio lungo il ciclo di vita, collegati alle varie fasi che caratterizzano le procedure di affidamento. Gli acquisti delle PPAA, regolamentati anche dai CAM, possono riguardare diverse categorie merceologiche di prodotti, servizi e lavori.

Tra queste si segnalano i CAM edilizia, arredo urbano, arredo interno e verde urbano, oltre ad una serie di criteri specifici relativi ai sistemi impiantistici alla scala dell’edificio (servizi energetici) e al suo intorno (illuminazione pubblica).

 I CAM EDILIZIA

Gli adempimenti ambientali da rispettare per l’edilizia pubblica sono stati regolamentati dal recente D.M. 23 giugno 2022 recante “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi” che sostituisce il precedente decreto dell’11 ottobre 2017 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”.

La differenza sostanziale tra i due decreti riguarda l’applicabilità dei criteri, non particolarmente efficace nel Decreto del 2017, per ciascuna fase di affidamento, ovvero:

·         criteri per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi;

·         criteri per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi;

·         criteri per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi.

 L’ambito di applicabilità rappresenta l’importante seconda novità del decreto 2022 in quanto prevede che siano adottati in toto agli edifici ricadenti nell’ambito della disciplina recante il codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché a quelli di valore storico-culturale e testimoniale individuati dalla pianificazione urbanistica.

In generale, un edificio conforme ai CAM non può derogare le specifiche tecniche, a meno dei casi di impossibilità definiti nel decreto, perché si tratta appunto del criterio “minimo” con cui si dimostra di ottemperare alle regole tecniche della sostenibilità.

 Tutti i soggetti coinvolti nel processo edilizio sono tenuti a partecipare a tutte le fasi di applicazione del decreto, anche per la definizione stessa dell’intervento che la stazione appaltante propone sul proprio patrimonio.

Le imprese sono chiamate a interpretare correttamente tutte le regole applicative contenute nel documento e metterle in pratica attraverso l’ausilio di personale qualificato.

 I principali aspetti che l’impresa è sempre tenuta ad affrontare in caso di realizzazione di interventi conformi ai CAM edilizia sono relativi a:

·         impiego di materiali e prodotti tecnologici che consentano di ottemperare agli obblighi normativi, attività che presuppone un’ottima conoscenza delle etichettature ambientali di prodotto;

·         allestimento di cantieri ambientalmente sostenibili, supportati da una serie di strumenti pianificatori utili a definire in che modo si svolgeranno le attività senza arrecare danni all’ambiente circostante.

 CAM EDILIZIA E RATING SYSTEMS

Il decreto prevede. per i progetti sottoposti ad una fase di verifica valida per la successiva certificazione dell’edificio secondo uno dei protocolli di sostenibilità energetico- ambientale degli edifici (rating systems), la possibilità di dimostrare anche l’ottemperanza ai CAM edilizia, previa verifica della comunione di obiettivi specifici contenuti nel criterio. La differenza sostanziale tra un sistema di rating e i CAM risiede nell’obbligatorietà dei CAM edilizia, tutti da rispettare a meno di specifiche deroghe.

In questo caso specifico, l’integrazione dei due strumenti comporta evidenti vantaggi, non solo ambientali, a fronte di un maggior investimento iniziale per i costi della certificazione: realizzare un’opera che contribuisca in maniera sostanziale agli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti, aumento del valore commerciale dell’opera e una visibilità, anche internazionale, sul mercato.

 I protocolli di sostenibilità energetica ed ambientale degli edifici (rating systems) di livello nazionale o internazionale fanno parte da svariati anni del mondo dell’edilizia sostenibile, diventando un potente strumento utile a comunicare il livello prestazionale raggiunto dall’opera, sia a livello nazionale e internazionale, come il protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method), sia a livello nazionale con CasaClima Nature e Itaca. Si tratta di sistemi a punteggio - rating systems – che valutano le prestazioni ambientali degli edifici la cui certificazione finale viene rilasciata da ente terzo, garante della qualità e imparzialità del processo di valutazione.

 NON SOLO EDILIZIA

In caso di ristrutturazione urbanistica e di nuova costruzione sono obbligatori anche una serie di adempimenti che coinvolgono il lotto di intervento, se presente. In tal caso vige l’obbligo di applicare anche i CAM espressamente richiamati nel D.M. 23/06/2022 e tutti quelli eventualmente applicabili.

A titolo esemplificativo, l’intervento di realizzazione di un edificio di edilizia residenziale pubblica con annesso lotto in cui sono previste aree a verde attrezzate presuppone l’ottemperanza almeno dei seguenti decreti: CAM edilizia, CAM arredo urbano (D.M. 7 febbraio 2023) e CAM verde pubblico (D.M. 10 marzo 2020 n. 63).

 Per approfondimenti sui CAM in vigore, si rimanda al seguente link:

https://gpp.mite.gov.it/CAM-vigenti


14/06/2023
Sostenibilità
Decarbonizzazione
Legalità
Direttiva Case green UE: cosa prevede entro il 2033

Case green, via libera dal Parlamento UE. La posizione approvata dall’organo legislativo conferma la volontà delle istituzioni europee di accelerare la riduzione del consumo energetico e delle emissioni di gas serra del settore edilizio europeo. L’ok è arrivato nonostante lo scetticismo espresso da alcuni governi europei, tra cui quello italiano, nei confronti della stretta sui requisiti di prestazione energetica per gli immobili dell’UE.

Il testo della normativa, che dovrà però essere negoziato con i governi dell’UE per concordare la forma definitiva, prevede che a partire dal 2028 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, e al contempo gli immobili di recente costruzione dovranno dotarsi di energia solare entro la fine dello stesso anno. Per quanto riguarda tutti gli edifici residenziali, questi dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033; mentre per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi è anticipato al 2027 e al 2030.

L’obiettivo della proposta di revisione della direttiva, secondo quanto dichiarato dal Parlamento UE, è una sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ristrutturare un più ampio numero di edifici inefficienti sotto il profilo energetico e migliorare la condivisione delle informazioni sul rendimento energetico sono altri obiettivi della proposta.

La posizione negoziale del Parlamento è stata approvata martedì con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni.

“L’impennata dei prezzi dell’energia ha riportato l’attenzione sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio energetico. Migliorare le prestazioni degli edifici europei abbasserà le bollette e la nostra dipendenza dalle importazioni di energia.” ha dichiarato il relatore Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE), “Vogliamo che la direttiva riduca la povertà energetica e le emissioni, e garantisca migliori ambienti interni per la salute delle persone. Si tratta di una strategia di crescita per l’Europa, che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nell’edilizia, nelle ristrutturazioni e nelle energie rinnovabili, migliorando il benessere di milioni di persone che vivono in Europa.”

Cosa prevede la normativa delle case green
Per i deputati del Parlamento europeo, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026. Tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno inoltre dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.

Sempre secondo la posizione del PE, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).

Per prendere in considerazione le differenti situazioni di partenza in cui si trovano i parchi immobiliari nazionali, nella classificazione di efficienza energetica, che va dalla lettera A alla G, la classe G dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.

Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche, che comprendono per esempio lavori di isolamento o il rinnovo dell’impianto di riscaldamento, dovranno essere effettuati al momento dell’ingresso di un nuovo inquilino, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell’edificio.

I Paesi UE stabiliranno le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione.

Le misure di sostegno contro la povertà energetica
Secondo quanto stabilito dai deputati i piani nazionali di ristrutturazione dovranno prevedere regimi di sostegno per facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti. Gli Stati membri dovranno allestire dunque punti di informazione e programmi di ristrutturazione “neutri” dal punto di vista dei costi. I regimi finanziari dovranno prevedere un premio cospicuo per le cosiddette ristrutturazioni profonde, in particolare nel caso degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati destinati alle famiglie vulnerabili.

Le deroghe alla normativa delle case green
La nuova normativa non si applica ai monumenti, e i Paesi UE avranno la facoltà di escludere anche edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potranno inoltre estendere le esenzioni anche a edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche.

Agli Stati membri sarà consentito, per una percentuale limitata di edifici, di adeguare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.

A cosa è dovuta la stretta delle istituzioni europee
Secondo la Commissione europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha approvato una proposta legislativa di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%”. Con la nuova normativa europea sul clima del luglio 2021 entrambi gli obiettivi per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti a livello europeo.

La posizione del governo italiano sulle case green
Il governo italiano ha espresso forti perplessità su questa revisione della direttiva UE riguardante la prestazione energetica nell’edilizia e la Camera dei deputati ha presentato, circa una settimana fa, una mozione in cui ha dichiarato la propria opposizione alla normativa e l’impegno a battersi in sede europea per scongiurarne l’entrata in vigore.

 

 


14/06/2023
PNRR
Appalti
Filiera
«Dal Pnrr al nuovo codice appalti: la qualità e la completezza dei progetti non possono essere optional»

Nell'imminente arrivo di un codice dei contratti, mal impostato ed incompleto, se non fosse altro per la difficoltà di recepire le oltre 100 indicazioni parlamentari ricevute solo qualche settimana fa, a valle dell'unica vera occasione di ascolto offerta dal Parlamento agli operatori economici, il settore della progettazione si trova impegnato, fra gli altri, con gli interventi previsti dalla «missione »6 che ha l'obiettivo di rafforzare l'assistenza sanitaria territoriale e migliorare la sicurezza sismica degli ospedali. Qualche breve riflessione può quindi essere fatta sulla scorta del concreto operare nei settori che vedono più impegnate le nostre società, così da offrire agli operatori del settore, pubblici e privati, elementi reali e non puramente teorici sulla base dei quali effettuare o aggiustare le scelte normative fatte fin ad oggi.

Ad esempio stiamo redigendo i progetti di fattibilità tecnico economica (Pfte) per le case di comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative territoriali (M6C1) e le progettazioni definitive per gli ospedali sicuri e sostenibili (M6C2); progetti che dovranno essere consegnati nelle prossime settimane! Nel caso degli interventi per il rafforzamento dell'assistenza territoriale rileviamo stime di costo per costruzioni ex novo di 1.350 €/mq, largamente incompatibile con i valori di mercato attuale. Nel caso degli interventi per ospedali sicuri e sostenibili rileviamo da un lato la difficoltà ad utilizzare risorse disponibili per migliorare anche la prestazione in termini di sostenibilità e dall'altro impossibilità a definire/concordare le modalità di intervento ottimali in grado di permettere davvero l'esecuzione degli interventi minimizzando l'impatto sull'attività assistenziale di cura.

In sintesi: programmazione insufficiente anche sotto il profilo della stima dei costi, sostanziale indifferenza verso alcuni milestone del Piano (sostenibilità ambientale ed energetica), estrema rigidità delle scelte fatte. Tutte criticità, più volte avanzate, che non sembrano trovare risposta.Complessivamente sembra quasi che gli organismi dai quali occorre passare per dare inizio ad una opera (in ordine, governo, ministeri, stazioni appaltanti, enti autorizzativi, e non solo), abbiano come l'obiettivo prioritario il passare la palla a quello sottostante della catena, senza domandarsi se poi l'opera potrà davvero essere realizzata, così da per non restare con il cerino in mano.

Eppure, il governo sa bene che i parametri di costo base non sono adeguati, tanto che sta trattando con la Ue, con giusta determinazione, la loro revisione: forse sarebbe meglio mettere in cantiere qualche opera in meno, se i denari non possono essere aumentati, che bloccarle tutte per l'esaurimento delle risorse. Peraltro, non di rado, nell'attuazione di diversi interventi, si è chiesto ai progettisti di produrre Pfte da porre a base di gara di appalti integrati, nella loro versione "arricchita" di cui alle linee guida Mims/Consiglio Superiore con una conoscenza di base dell'intervento incompleta (senza accurate indagini e rilievi, rinviate in alcuni casi alla successiva fase esecutiva del progetto) e senza concedere il tempo necessario alla redazione dei progetti.

La fretta, come si sa, non aiuta a fare le cose bene e in questo periodo nessuno si sta ponendo in una posizione di ascolto del mercato, impegnato a raccogliere la sfida lanciata per il tramite delle stazioni appaltanti dal PNRR.: si operano scelte automatiche, poco meditate in relazione alla natura degli interventi ed allo stato delle conoscenze acquisite prima della gara. Ma poi, dove sarebbe il vantaggio per l'efficacia della spesa pubblica di questa corsa all'appalto integrato, come se l'impresa aggiudicataria, che pur dovrà redigerli e farseli approvare prima di iniziare i lavori, non abbia anch'essa necessità di spendere del tempo per questa mansione? Non sarebbe meglio lasciare ai progettisti il tempo per redigere i progetti e, subito dopo, avendo già individuato le imprese, far partire l'esecuzione?

Questa scelta, che da sempre riteniamo la strada maestra, è assolutamente necessaria nel particolare contesto in cui si stiamo muovendo in quanto:

a) permette di approfondire il grado di conoscenza;
b) riduce i tempi della progettazione esecutiva in quanto è redatta dallo stesso soggetto che ha redatto la fase precedente;
c) permette di dedicare la necessaria attenzione alla modalità di esecuzione degli interventi gestendo la complessità di operare su strutture in funzione come gli ospedali;
d) permetterebbe di instaurare anche un dialogo proficuo con l'appaltatore che si troverà ad operare gli interventi.Il dubbio che qualcuno abbia ben riflettuto sugli effetti di queste scelte è più che fondato. Il suggerimento non richiesto vuole solo costituire un elemento di riflessioni per tutti i Rup e le stazioni appaltanti con le quali ci troviamo ogni giorno a vivere questa importante sfida del nostro Paese.

 


14/06/2023
Sostenibilità
Legalità
La Csrd è legge. Anche il Consiglio Ue dice ok

Via libera definitivo del Consiglio europeo alla direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità (Csrd). Dopo l’ok del Parlamento a metà novembre, l’approvazione del terzo componente del trilogo, avvenuta il 28 novembre, sdogana definitivamente la direttiva.

«In seguito all’approvazione della posizione del Parlamento europeo da parte del Consiglio – si legge in una nota del consiglio -, l’atto legislativo è adottato.

Dopo la firma da parte della presidente del Parlamento europeo e del presidente del Consiglio, l’atto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Le nuove norme dovranno essere attuate dagli Stati membri 18 mesi dopo l’entrata in vigore.

«La direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità – prosegue la nota – rafforza le norme in vigore in materia di comunicazione di informazioni di carattere non finanziario introdotte nella direttiva contabile dalla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario del 2014, che non sono più adeguate alla transizione dell’Ue verso un’economia sostenibile».

La direttiva, si legge, introduce obblighi di comunicazione più dettagliati.

Le nuove norme in materia di comunicazione sulla sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese e a tutte le società quotate in mercati regolamentati, a eccezione delle microimprese quotate. Queste imprese sono anche responsabili della valutazione delle informazioni applicabile alle imprese figlie.

Le norme si applicano anche alle Pmi quotate, tenendo conto delle loro specificità. Per le Pmi quotate sarà possibile una deroga (“opt-out”) durante un periodo transitorio, che le esenterà dall’applicazione della direttiva fino al 2028.

Per quanto riguarda le imprese non europee, l’obbligo di presentare una relazione sulla sostenibilità si applica a tutte le imprese che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro nella Ue e che hanno almeno un’impresa figlia o una succursale nella Ue che supera determinate soglie. Queste imprese devono fornire un’informativa sui loro impatti in materia ambientale, sociale e di governance (“Esg”) come indicato nella direttiva.

Il gruppo consultivo europeo sull’informativa finanziaria (Efrag) sarà incaricato di elaborare progetti di norme europee. La Commissione europea adotterà la versione finale delle norme sotto forma di atto delegato, a seguito di consultazioni con gli Stati membri dell’Ue e con una serie di organismi europei.

Il regolamento si applicherà in quattro fasi:

nel 2025, comunicazione sull’esercizio finanziario 2024 per le imprese già soggette alla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario
nel 2026, comunicazione sull’esercizio finanziario 2025 per le grandi imprese attualmente non soggette alla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario
nel 2027, comunicazione sull’esercizio finanziario 2026 per le Pmi quotate (a eccezione delle microimprese), gli enti creditizi piccoli e non complessi e le imprese di assicurazione captive
nel 2029, comunicazione sull’esercizio finanziario 2028 per le imprese di paesi terzi che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro nell’Ue, se hanno almeno un’impresa figlia o una succursale nell’Ue che supera determinate soglie.


15/05/2023
Sostenibilità
Decarbonizzazione
Filiera
Sicurezza
“Cantiere Impatto Sostenibile”: sfida aperta per le imprese

Regina De Albertis ha illustrato a Imprese Edili l’iniziativa “Cantiere Impatto Sostenibile”, un codice di condotta che è altro dai linguaggi Esg della finanza, delle operazioni immobiliari, delle certificazioni e inserisce tra gli indicatori di sostenibilità il contrasto alla criminalità organizzata, selezionando con chi lavorare, l’applicazione del corretto contratto di lavoro, gli investimenti in sicurezza sul lavoro, la trasparenza operativa, il rispetto dei principi di equità e inclusione in azienda.

Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese di costruzione edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza, lo scorso febbraio ha lanciato l’iniziativa “Cantiere Impatto Sostenibile”: il codice di condotta volontario su decarbonizzazione, tutela dell’ambiente, legalità, regolarità del lavoro, sicurezza, sociale, filiera di fornitura e responsabilità sociale per valorizzare gli impegni che le imprese di costruzioni si impegnano ad assumere per lo sviluppo sostenibile. Ne abbiamo parlato con Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance.

 

Assimpredil sta promuovendo il codice di condotta “Cantiere Impatto Sostenibile”
Le persone, i governi e le istituzioni hanno sempre più consapevolezza della gravità delle azioni che impattano sul futuro del pianeta e da tempo è al centro delle strategie l’obiettivo di una crescita sostenibile. Ma come declinare nel nostro settore questo fondamentale principio è ancora una grande sfida aperta.

Certamente la tutela dell’ambiente e la decarbonizzazione sono frontiere che coinvolgono tecnologie e processi, che richiedono cambiamenti nella cultura del consumo, che ci permettono di agire per la rigenerazione dei luoghi di vita e di lavoro. Abbiamo assistito a una rapida evoluzione dell’edilizia sostenibile: dalla progettazione alla realizzazione la sostenibilità è un obiettivo da perseguire e raggiungere attraverso l’utilizzo dei materiali, l’adozione di nuove tecniche e approcci di edificazioni e senza dimenticare la grandissima leva dell’efficienza energetica.

Non avremmo certo potuto sottrarci alla ricerca di soluzioni per un patrimonio costruito responsabile in Europa del 36 percento delle emissioni annuali di anidride carbonica, del 40 percento del consumo di energia e del 50 percento delle estrazioni di materie prime. Oggi, possiamo dire che è indiscutibile il nostro ruolo e non solo come potente motore economico in grado di riattivare il Pil del Paese ma anche come il settore cruciale per il raggiungimento degli obiettivi individuati dall’Onu.

Il passaggio a un’edilizia sostenibile non è più una scelta ma risulta una necessità per migliorare la qualità della vita dei cittadini, diminuire il consumo di energia, dare maggior valore agli edifici, ridurre le loro emissioni e l’impatto ambientale causato.

La decisione di scrivere un codice di condotta nasce dalla considerazione che l’edilizia è anche altro nella configurazione di un futuro sostenibile e non solo a parole ma anche con parametri comunicabili, misurabili e controllabili. Per questo abbiamo ricostruito l’insieme di regolamentazioni, certificazioni, procedure e prassi che le imprese seguono oltre che sulle questioni ambientali, anche per la legalità, la regolarità del lavoro, la sicurezza e le abbiamo rilette alla luce degli obiettivi di Agenda 2030.

Nella griglia di analisi non potevano mancare gli impegni verso i giovani e il sociale, ma anche verso la catena di fornitura che in questo settore è molto ampia: le costruzioni incrociano l’80 percento dei settori economici. Il risultato è stato sorprendentemente positivo: i nostri cantieri hanno già logiche organizzative Esg compliant e su questa base bisogna lavorare per dare valore a una declinazione di sostenibilità che è vera, concreta, misurabile e controllabile.

Certamente il percorso non sarà breve, solo a Milano città oggi sono aperti più di 20mila cantieri, ma questa è l’unica strada per portare a una condotta sostenibile tutta la lunga e frammentata filiera. Da questi passaggi nasce il Codice di Condotta Cantiere Impatto Sostenibile, qualcosa di diverso dai linguaggi Esg della finanza, delle operazioni immobiliari, delle certificazioni.

Il codice di condotta prende atto, seleziona e considera tutte le suddette azioni come elementi qualificanti ma non basta. Sostenibile è chi contrasta le infiltrazioni della criminalità organizzata selezionando con chi lavorare. Sostenibile è chi applica il giusto contratto di lavoro e non cerca di tagliare i costi usando scappatoie contrattuali, nel rispetto di una concorrenza corretta e leale.

Sostenibile è chi investe nella sicurezza del lavoro, chi con trasparenza permette che si possa avere accesso ai dati e controllare la veridicità degli impegni. Sostenibile è chi ispira la gestione del capitale umano ai principi di equità ed inclusione finalizzata a un efficiente organizzazione aziendale, che si pone in stretta correlazione con la garanzia della sicurezza sul lavoro. La nostra bilateralità, la Cassa Edile ed Esem-Cpt sono fondamentali per il contrasto all’irregolarità del lavoro e la prevenzione nella sicurezza del lavoro.

Credo che sia necessario porsi la finalità di far emergere le esperienze migliori per accompagnare tutta la frammentata filiera verso un nuovo modello di relazioni che aumenti competitività, efficienza, qualità per un futuro sostenibile. Per questo siamo partiti dal cantiere.

 

Come avviene il coinvolgimento delle imprese? Chi può aderire all’iniziativa?
“Cantiere Impatto Sostenibile” è riservato ai soci Assimpredil Ance. Chi sottoscrive questo codice di condotta volontario viene definito con il termine di “sottoscrittore”. I soci che sottoscrivono il “Manifesto” s’impegnano in modo assolutamente volontario ad adottare, per uno o più cantieri da loro individuati, specifici valori orientati alla decarbonizzazione, alla tutela dell’ambiente, alla legalità, alla regolarità del lavoro, alla sicurezza, al sociale e alla filiera di fornitura nell’ambito più generale della responsabilità sociale delle imprese.

Ognuno di questi otto valori è costituito da tre livelli di impegno via via crescente, per un totale di 24 livelli da superare con azioni misurabili, comunicabili, controllabili. Ci tengo a precisare che non si tratta di una nuova certificazione o validazione, ma il codice di condotta parte dalla valorizzazione di azioni che già sono in atto da parte dell’impresa o che si svilupperanno.

I sottoscrittori inviano la modulistica messa a disposizione dallo Sportello Transizione Ecologica e Sostenibilità di Assimpredil Ance necessaria a documentare gli otto impegni, perché ribadisco, la finalità è essere concreti e misurabili per non incorrere nel rischio di greenwashing.

La documentazione viene esaminata dal comitato tecnico operativo costituito da funzionari di Assimpredil Ance che attribuiscono il punteggio e l’idoneità al rilascio del logo “Cantiere Impatto Sostenibile (Cis)”. Per rendere il processo graduale abbiamo previsto tre loghi di livello crescente rispettivamente argento (al raggiungimento di otto punti), oro (con 16 punti) e platino (con 24 punti).

Per garantire oggettività e trasparenza abbiamo introdotto un comitato di vigilanza e monitoraggio, costituito da tre professori universitari esterni ad Assimpredil Ance, che periodicamente effettua controlli su quanto dichiarato volontariamente dai sottoscrittori. Il logo “Cantiere Impatto Sostenibile” si riferisce a un cantiere specifico e, una volta rilasciato, può essere posto dall’impresa sulla recinzione di cantiere e incluso all’interno della propria attività di comunicazione per rendere visibili i propri sforzi in tema di sostenibilità.

Cosa significa per Assimpredil Ance essere Esg compliant?
Costruire è un grande impegno e una grande responsabilità. Gli imprenditori danno vita alle città del futuro rigenerando gli spazi di vita e di lavoro e giocano un ruolo fondamentale nel definire la sostenibilità presente e futura, soprattutto nel momento storico in cui stiamo vivendo, dove cambiare è un’esigenza. Assimpredi Ance in questi anni ha svolto un ruolo essenziale nel farsi promotrice e guida nella spinta al miglioramento dei propri soci.

Per questo l’associazione ha riletto gli obiettivi di sostenibilità al fine di supportare le imprese in questo percorso di evoluzione, declinandoli attraverso “Cantiere Impatto Sostenibile”, che vuole riconoscere l’impegno verso la sostenibilità da parte dei soci, dal più piccolo al più grande, dai lavori pubblici, al mercato privato, alle nuove costruzioni, alla rigenerazione urbana, alla riqualificazione del patrimonio esistente.

Per Assimpredil Ance “Cantiere Impatto Sostenibile” è un impegno concreto e responsabile per un futuro sostenibile ma non solo. Riteniamo possa anche essere una leva per un miglioramento continuo da parte delle imprese di costruzione.

Gli otto impegni previsti dal codice di condotta, infatti, si basano sui tre criteri Esg (Environmental, Social, Governance) ma anche sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (17SDGs), in quest’ottica quindi il cantiere diventa Esg compliant.

 

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