

Il settore delle costruzioni è sempre più orientato alla sostenibilità e alla transizione ecologica e, tra le opzioni per declinare l’edilizia in modo più sostenibile, la copertura a verde degli edifici è una modalità di crescente interesse, in quanto si tratta di una soluzione innovativa per potenziare l’efficienza energetica del costruito e, allo stesso tempo, per migliorare l’aspetto estetico delle città.
In Italia il riferimento è la norma UNI 11235:2015 contenente le istruzioni per la progettazione, l'esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde.
La norma è stata sviluppata per il clima mediterraneo, definisce i criteri di progettazione, esecuzione e manutenzione di questo tipo di coperture, dai tetti verdi (green roof) ai giardini pensili, tenendo conto del contesto climatico, edilizio e di destinazione d’impiego.
Le coperture a verde migliorano l’isolamento termico e acustico degli edifici. Sono, infatti, un isolante naturale che protegge dai rumori esterni e dalla dispersione di calore, in inverno, e dal caldo, in estate, riducendo così in modo significativo i consumi per il riscaldamento e il raffrescamento.
Contribuiscono, inoltre, alla gestione delle acque meteoriche, assorbendo l’acqua in eccesso e riducendo il rischio di sovraccaricare le reti fognarie, e favoriscono la biodiversità di flora e fauna in ambienti urbani.
Queste coperture verdi, oltre a contribuire al miglioramento della qualità dell’aria nelle città e dell’ambiente, concorrono anche a portare benefici economici e sociali.
In alcuni casi, infatti, queste coperture possono essere trasformate in giardini pensili, destinati alle attività all’aperto, come luoghi di relax o anche spazi per favorire la socialità; inoltre, l’integrazione di elementi naturali, come piante e vegetazione, crea un impatto visivo positivo che contribuisce a un’estetica più gradevole e a una migliore percezione dello spazio, migliorando di conseguenza l’aspetto urbano, in sintonia con i criteri ESG.
La norma UNI 11235 introduce, inoltre, il concetto di sistema: la sua natura integrata, che copre aspetti tecnici e normativi, offre un supporto chiaro e completo, promuovendo una progettazione consapevole e attenta ai temi della sostenibilità, come viene oggi richiesto al mondo delle costruzioni.

È pubblico il rapporto sulle proposte di inquadramento dei profili professionali emergenti nel settore dell’edilizia, che si colloca in continuità con il rapporto relativo alla mappatura dei profili stessi. I documenti sono stati elaborati dalla CNCE nell’ambito del progetto RES2 (REsilient System for the Recognition of Energy Skills) con il concorso dell’intero partenariato, tra cui il Formedil. Co-finanziato dal programma europeo Life, RES2 mira a individuare le competenze necessarie per il rinnovamento del settore edile in Italia, con particolare attenzione alla digitalizzazione, alla sostenibilità ambientale e all’adeguamento antisismico.
Le attività che hanno visto coinvolta la CNCE nel progetto, in conclusione a fine mese, si sono concentrate proprio sulle nuove professionalità nei tre ambiti considerati. In primis, la CNCE ha coordinato l’attività di mappatura delle professioni emergenti nel settore. Questo lavoro è stato condotto attraverso l’analisi dei repertori regionali, il confronto con studi pregressi e interviste a parti sociali e stakeholder di rilievo. L’indagine del partenariato ha messo in evidenza la necessità di promuovere competenze trasversali in ambito digitale ed energetico, al fine di incentivare la collaborazione tra le diverse professionalità della filiera edile e superare le barriere all’innovazione, spesso legate al digital divide e a fattori culturali. Nel complesso, il lavoro ha individuato e descritto più di 60 profili (impiegatizi e operai), considerati emergenti in quanto altamente richiesti dal mercato e caratterizzati da contenuti in evoluzione per via di innovazioni normative o tecnologiche. Tra i tanti si segnalano: il Tecnico BIM, l’Operatore di droni, il Progettista dell’edilizia sostenibile, e l’Operatore esperto in bioedilizia. Successivamente la CNCE ha operato un confronto con i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro dell’edilizia, individuando similitudini e corrispondenze – in termini di compiti, competenze e attività svolte – tra i nuovi profili e le declaratorie esistenti, ed elaborando una proposta di inquadramento rivolta alle parti sociali.
E’ possibile trovare i rapporti di progetto sui profili emergenti in fondo alla pagina dedicata del sito della CNCE.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato l’Atto di Indirizzo sulle priorità politiche in materia ambientale per l’anno 2025 e per il triennio 2025–2027.
Il documento ripercorre i piani e le strategie necessarie per rispondere ai fabbisogni e agli interessi nazionali in funzione dei target fissati a livello europeo, tra cui portare a completamento il PNRR, realizzare un’effettiva transizione ecologica e arrivare ad una decarbonizzazione del nostro Paese.
Tra gli ambiti chiave per il settore edile emergono:
- la gestione efficiente dei rifiuti e la valorizzazione delle materie prime seconde, anche attraverso la previsione di nuovi decreti End of Waste sulla cessazione della qualifica di rifiuto;
- la semplificazione della disciplina sulle terre e rocce da scavo;
- l’aggiornamento e la revisione della normativa sulle bonifiche, per garantire non solo la tutela ambientale e sanitaria, ma anche la circolarità delle risorse del suolo e delle acque di falda;
- la tassonomia, i criteri ESG, le rendicontazioni non finanziarie, per trasformare gli impegni verso la sostenibilità in opportunità per le imprese, in termini di competitività nel mercato;
- il recepimento della direttiva EPBD sulla prestazione energetica degli edifici (UE – 2024/1275).
In questo senso, il MASE ha confermato l’impegno a declinare tali priorità in veri e propri strumenti operativi, con misure mirate per i vari settori interessati e, più in generale, attraverso un processo di semplificazione dei vari procedimenti amministrativi e l’introduzione di meccanismi e politiche di incentivazione.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al testo dell’Atto di Indirizzo del MASE 2025-2027.

Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance, e Giovanni Salmistrari, presidente ANCE Venezia , hanno firmato un protocollo d’intesa per la condivisione del Codice di Condotta CIS – Cantiere Impatto Sostenibile.
Un'adesione che conferma l'importanza di adottare pratiche sempre più sostenibiliti e innovative, a beneficio del settore e della comunità. Il futuro dell'edilizia passa da cantieri più attenti all'ambiente e alla qualità della vita.
Il Comunicato stampa è disponibile al seguente link.

Cantiere Impatto Sostenibile (CIS) è il codice di condotta ad adesione volontaria promosso da Assimpredil Ance e sottoscritto dai soci che operano sul territorio di Milano, Lodi, Monza e Brianza nel settore delle costruzioni.
Il Codice si propone di accompagnare le imprese dell'intera filiera lungo un percorso articolato in otto impegni per orientare la governance aziendale verso scelte sostenibili e impatti misurabili.


"Green compliance non è un concetto astratto, è l’adesione concreta ai valori di sostenibilità dei soggetti apicali dell’impresa, che fanno scelte organizzativo-gestionali volte a ridurre l’impatto dell’attività aziendale sull’ecosistema e ad implementare una strategia orientata alla sostenibilità ambientale".
Clicca su ciascun impegno per scoprire a quali Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 ONU contribuisce e a quali dimensioni della sostenibilità è collegato. Nella pagina dedicata potrai approfondire il significato dell'impegno per Assimpredil Ance e i tre livelli di azione che orientano la gestione sostenibile del cantiere.











La piattaforma Cantiere Impatto Sostenibile nasce da un progetto di innovazione dell’ecosistema di eccellenza dell’edilizia. La strategia comune degli attori coinvolti ha come fulcro la condivisione di un approccio per il quale un modello di impresa basato sui principi della sostenibilità è un modello più competitivo oltre che innovativo.